In risalita le imprese giovanili in Emilia Romagna
A fine marzo erano 26.911, con un incremento rispetto alla stessa data 2022 di 231 unità
Seppur di poco, ma aumentano ancora le imprese giovanili. È quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Una impresa giovanile su quattro in Emilia Romagna è femminile
MODENA - Alla fine del primo trimestre 2023 le imprese attive giovanili emiliano-romagnole sono risultate 26.911 con un incremento di 231 unità (+0,9 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2022, soprattutto grazie all’aumento nelle costruzioni e nei servizi diversi dal commercio.
Al contrario, a livello regionale, le imprese non giovanili si sono ridotte (-1,4 per cento, -5.118 unità).
Il trend delle imprese giovanili è assai diverso se si considerano due sottoinsiemi non disgiunti: le imprese di giovani donne (giovanili e femminili) e quelle di giovani stranieri (giovanili e straniere). Le imprese femminili giovanili sono 7.025 pari al 26,1 delle imprese giovanili regionali. Sono concentrate in tre divisioni di attività: commercio al dettaglio (17,3 per cento), ristorazione (12,8 per cento) e servizi per la persona (14,1 per cento).
Nel trimestre in esame si è avuta una perdita di 111 imprese con una forte flessione tendenziale (-3,0 per cento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nella nostra Regione una impresa giovanile su tre è retta da stranieri
Alla stessa data le imprese giovanili straniere sono risultate 7.615 pari al 28,3 delle imprese giovanili dell’Emilia-Romagna. Sono fortemente concentrate soprattutto nelle costruzioni (32,2 per cento), quindi in misura minore nel commercio al dettaglio (14,7 per cento), nella ristorazione (10,5 per cento) e nelle altre attività di servizi per la persona (5,0 per cento).
Nell’ultimo anno la crescita tendenziale delle imprese giovanili straniere ha sensibilmente accelerato (+2,7 per cento, +197 imprese).
I settori di attività economica nelle imprese giovanili
Nel trimestre la consistenza delle imprese giovanili non è aumentata in tutti i macrosettori. L’incremento è stato determinato dalle costruzioni dove lo sviluppo è stato evidente (+6,5 per cento, +309 imprese), grazie soprattutto alla realizzazione di lavori specializzati (+270 unità, +5,1 per cento) e poi edifici (+5,1 per cento).
In seconda battuta dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+146 unità, +11,3 per cento), che è risultata la più consistente tra tutte le sezioni e nell’ambito della quale spiccano i notevoli incrementi delle imprese attive nella pubblicità e ricerche di mercato (+19,5 per cento, +78 unità) e di quelle delle attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale (+12,6 per cento, +44 unità). Con numeri inferiori e un passo più contenuto la crescita delle attività immobiliari (+7,7 per cento, +65 unità), che beneficiano di una ripresa del settore, e l’aumento delle altre attività dei servizi (+30 unità, +1,8 per cento), determinato dalle attività dei servizi alla persona (+48 unità, +3,2 per cento).
La dinamica è risultata positiva per l’insieme dei servizi diversi dal commercio (+124 imprese, +1,1 per cento) nei quali operano 11.289 imprese, ovvero il 41,9 per cento delle giovanili regionali.
Una nota dolente viene invece dal settore del commercio (-3,0 per cento, -194 imprese).
Considerando l’insieme dei servizi appare un rallentamento nei servizi di alloggio e ristorazione (-128 unità, -4,4 per cento). In flessione pure le attività di trasporto e magazzinaggio (-3,7 per cento, -23 imprese).
In calo le industrie rette da giovani
A fine marzo risultavano attive nell’industria 1.852 imprese giovanili pari al 6,9 per cento della base imprenditoriale giovanile. Si registra una perdita di 27 unità (-1,4 per cento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
La flessione è derivata dalle industrie della moda (-25 unità, -7,6 per cento), dovuta in particolare alle attive nelle confezioni (-21 unità, -8,4 per cento), e dell’alimentare (-17 unità, -7,8 per cento), oltre che da una flessione delle attività impegnate nella fabbricazione di prodotti in metallo (-14 unità, -2,9 per cento). Queste variazioni negative non sono state compensate dall’aumento delle attive nella riparazione, manutenzione e installazione di macchine (+18 unità, +6,8 per cento) e nell’industria del mobile (+13 unità, +6,8 per cento).
Infine, con un lieve incremento è proseguito ancora il recupero delle imprese giovanili attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+19 imprese, +0,8 per cento) salite a 2.350 pari all’8,7 per cento della base imprenditoriale giovanile.
Sempre meno cooperative, mentre aumentano le ditte individuali
L’incremento delle imprese giovanili è principalmente da attribuire alle ditte individuali, (+374 unità, +1,8 per cento).
Le società di persone invece, non sono riuscite a invertire la tendenza negativa (-8,7 per cento, -132 unità): continua a incidere l’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata.
Negli ultimi dieci anni, mentre il rilievo delle società di capitale è quasi raddoppiato con un aumento di 7,6 punti percentuali, si sono quasi dimezzate le quote delle cooperative e consorzi, con un calo di sei decimi, e delle società di persone in diminuzione di 4,4 punti percentuali. Il peso delle ditte individuali invece si è ridotto solo di 2,6 punti percentuali