Sanità

Come prevenire le malattie cerebrovascolari: i consigli dei medici

Modena ha ricordato lo scorso 22 luglio la Giornata Mondiale del Cervello. I consigli dei medici per prevenire queste malattie

Come prevenire le malattie cerebrovascolari: i consigli dei medici
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Si aggirano intorno alle 1.300 unità i pazienti che necessitano di un ricovero nel reparto di Neurologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara, nell’ambito dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.

Come prevenire le malattie cerebrovascolari

MILANO - Lo rende noto l'Aou di Modena dopo che sabato 22 luglio è stata osservata la Giornata Mondiale del Cervello promossa dalla World Federation of Neurology

Il sessanta per cento dei ricoveri è con patologia acuta cerebrovascolare

La ricorrenza rappresenta un momento utile per fare il punto sull’attività della Struttura Complessa diretta dal Professor Stefano Meletti. Circa il 60% di questi accessi ospedalieri è relativo a pazienti con patologia acuta cerebrovascolare, per esempio ictus o emorragia cerebrale.

Le prestazioni ambulatoriali per esterni, nel contesto dei diversi PDTA, ammontano a circa 30mila visite o esami eseguiti ogni anno per le diverse patologie neurologiche: demenza, malattia di Parkinson, epilessia, sclerosi multipla, malattie neuromuscolari, la SLA.

Le patologie croniche del cervello rappresentano la prima causa di disabilità nel nostro territorio

«Le patologie acute e croniche del cervello rappresentano la prima causa di disabilità nella popolazione adulta - spiega il professor Stefano Meletti - molte di queste patologie causano una disabilità cronica (ad esempio gli esiti di uno stroke) e in alcuni casi progressiva (un tumore cerebrale, o una malattia neurodegenerativa).

L'Ictus è la patologia neurologica che colpisce maggiormente: circa 1.200 all'anno

«L’ictus è la patologia neurologica acuta con la più alta incidenza - approfondisce il dottor Guido Bigliardi, responsabile della Struttura Semplice Stroke Unit della Clinica Neurologica dell’Ospedale Civile di Baggiovara - si calcola che nella sola provincia di Modena ce ne siano circa 1.200 all’anno. Si tratta della terza causa di morte e la prima di disabilità nel mondo occidentale, con un altissimo impatto sociale.

Per prevenirlo è fondamentale controllare i fattori di rischio cerebrovascolari: l’ipertensione, il diabete, l’obesità, la sedentarietà, le cardiopatie, la fibrillazione atriale. Nell’ultimo decennio l’approccio alla fase acuta ha avuto una serie di cambiamenti, utilizzando le cosiddette terapie di riperfusione, che tentano di ottenere la riapertura dell’arteria chiusa, riportando sangue al cervello in modo da salvarne la maggior parte possibile. Per fare ciò bisogna fare presto, riconoscere i sintomi per fare in modo che il paziente sia inserito all’interno di un percorso virtuoso che potrà portarlo ai trattamenti di riperfusione. Ecco perché in caso di ictus la chiamata al 118 è fondamentale.

Questa gestione della fase acuta può riportare, nel migliore dei casi, i pazienti alle precedenti autonomie, o comunque arrivare ad attivare un percorso riabilitativo, a seconda dei deficit e delle valutazione effettuate dai professionisti per l’inserimento in percorsi specifici».

Le cinque regole da seguire

La Struttura Complessa di Neurologia dell’AOU di Modena invita in particolare a puntare i riflettori su cinque aspetti: «In primis la prevenzione - prosegue il professor Meletti - infatti le disabilità cerebrali possono essere individuate precocemente, trattate e riabilitate. Poi parliamo di consapevolezza: la sensibilizzazione globale sulla salute del cervello può ridurre la disabilità associata ai disturbi cerebrali. In terzo luogo l’accesso universale alle cure, ai trattamenti, alla riabilitazione e alle tecnologie assistive come aspetto essenziale per ognuno di noi. L'educazione aumenta l'equità per coloro che vivono con disabilità cerebrali e infine evidenziamo il tema della difesa: la salute del cervello è e deve restare un diritto umano che si applica a tutti, ovunque».

 

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