Regione: Un progetto per salvare il Sistema sanitario nazionale
L'incremento dovrebbe avvenire con l'aumento della quota da destinare con il Pil: dallo 0,21 attuale al 7,5 del prodotto interno
In difesa della sanità pubblica e universalistica, per continuare a garantire - con risorse stabili e adeguate - tenuta e funzionamento del Sistema sanitario nazionale, già messo a dura prova dalla pandemia e ora fortemente a rischio interviene la Regione Emilia Romagna con un progetto di legge.
Un progetto di legge da presentare al Governo
MODENA - Con una proposta precisa: portare al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale. La Regione Emilia-Romagna guidata dal presidente Stefano Bonaccini ha pronto un progetto di legge della Giunta - che farà poi il suo iter in Assemblea legislativa - da sottoporre alle Camere, come prevedono l’articolo 121 comma 2 della Costituzione e l’articolo 28 dello Statuto regionale.
Contenuti e finalità del Pdl sono stati illustrati giovedi 3 agosto in conferenza stampa in Regione, a Bologna, dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.
Tre i punti della proposta di legge.
Incrementare il finanziamento dello Stato fino al 7,5 del PIL
Il primo riguarda l’incremento del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, a cui concorre lo Stato, su base annua dello 0,21% del prodotto interno lordo dal 2023 al 2027 fino a raggiungere una percentuale di finanziamento annuale non inferiore al 7,5% del prodotto interno lordo.
Obiettivo che comporta un sostanzioso, ma necessario, incremento delle risorse: da 128,869 miliardi di euro (fabbisogno programmato nel 2023) a oltre 149 miliardi, per avvicinare l’Italia al livello di altri Paesi europei (come ad esempio Francia, Germania e Regno Unito).
Superare i vincoli di spesa per il personale agli Enti del Servizio Sanitario Nazionale
Altro punto cardine del progetto di legge della Giunta, il superamento per le Regioni dei vincoli di spesa per il personale degli Enti del Servizio sanitario nazionale imposti dalla legge nazionale, ma anche il superamento di un altro limite, quello che riguarda il trattamento accessorio per il personale.
In questo modo le Regioni potrebbero contare su uno strumento in più per fronteggiare il comune e grave problema della carenza di professionisti sanitari, che insieme alla mancanza di risorse adeguate costituisce un nodo fondamentale da sciogliere per la tenuta dell’intero sistema.
La copertura finanziaria grazie alla crescita economica
Il terzo articolo del progetto di legge riguarda, infine, la copertura finanziaria, che sarà garantita in prima battuta da maggiori risorse che dovessero rendersi disponibili dalla crescita economica prevista dalla Nota di aggiornamento al DEF - novembre 2022 e, in seconda battuta, da risorse derivanti dal contrasto all’evasione ed elusione fiscale e contributiva.
Donini: la nostra Sanità è sottofinanziata
“Le risorse che il Governo ha stanziato per finanziare il Servizio sanitario nazionale dal 2023 al 2025 sono assolutamente insufficienti per sostenere la programmazione sanitaria e garantire il diritto di cura ai cittadini- afferma l’assessore Donini-. La nostra sanità è già stata messa a dura prova dalla pandemia e, se continuerà ad essere sottofinanziata, non potrà più continuare ad erogare prestazioni, servizi e assistenza a tutti”.
“L’unica strada - aggiunge Donini - è aumentare progressivamente e sostanzialmente le risorse destinate alla sanità e poter assumere il personale necessario. Con questa proposta di legge, che auspichiamo sia approvata dall’Assemblea legislativa entro settembre, indichiamo una strada concreta per finanziare adeguatamente e stabilmente il sistema sanitario nazionale, con risorse sufficienti per continuare a garantirne tenuta e funzionamento, diversamente a rischio”.