Dieci persone indagate per indebite compensazioni crediti inesistenti
La società, con a capo un noto imprenditore mirandolese, operava tra Emilia Romagna, Lazio e Campania. Sequestrati 8 milioni di euro
Dal 5 settembre fino all'8 settembre, su delega della locale Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Modena ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo d’urgenza fino a concorrenza della somma di circa 8 milioni di euro, emesso nei confronti di un noto imprenditore mirandolese, Massimiliano Sciava Verona, operante nel settore della somministrazione di manodopera, e di altri nove indagati, gravemente indiziati del delitto di indebite compensazioni di crediti inesistenti di cui all’articolo 10-quater, comma 2, del D. Lgs. 74/2000.
Le indagini sono partite nel mese di aprile 2023
MIRANDOLA - Il provvedimento cautelare reale è stato emesso nella fase delle indagini preliminari all’esito di un’articolata attività investigativa coordinata da questa Procura e condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena a partire dal mese di aprile 2023.
In particolare l’inchiesta ha avuto origine dallo sviluppo dei dati acquisiti nel corso di pregresse indagini coordinate da questa Procura della Repubblica nei confronti dell’imprenditore per la medesima ipotesi di reato, culminate, nel 2022, con l’emissione nei suoi confronti di un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena e per i cui fatti reato lo stesso riveste, allo stato, la qualifica di imputato in altro procedimento penale.
Nonostante fosse agli arresti domiciliari continuava nei suoi reati
Le investigazioni svolte hanno consentito di acquisire fonti prova sulle modalità con le quali l’imprenditore mirandolese Massimiliano Sciava Verona, nonostante dal mese di agosto 2022 fosse sottoposto in altro procedimento penale alla misura cautelare personale (dapprima della custodia in carcere, poi sostituita con gli arresti domiciliari), continuava a porre in essere attività contabili e finanziarie di natura fraudolenta al fine di generare crediti d’imposta inesistenti per rilevanti importi, con condotte inquadrabili nel reato di cui all’art. 10-quater D. Lgs. 74/2000.
Società esistenti in Emilia Romagna ma anche anche in Campania e Lazio
Detti crediti venivano anche utilizzati per abbattere il debito tributario verso l’Erario dovuto dalle società riconducibili al principale indagato (per circa 6 milioni di euro) e per compensare debiti di società terze ubicate in Campania e nel Lazio, a cui erano stati ceduti dietro pagamento di una percentuale del loro valore nominale, per un importo pari a circa 2 milioni di euro. Il profitto dei reati contestati, oggetto del provvedimento cautelare reale, ammonta a circa 8 milioni di euro.
In esecuzione del decreto di sequestro preventivo emesso d’urgenza dal Pubblico Ministero, per il quale è stata richiesta la convalida al competente Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena, sono state complessivamente sottoposte a vincolo cautelare disponibilità finanziarie per oltre 2 milioni di euro, rinvenute sui conti correnti delle società riconducibili alle persone indagate, oltre a quote di 12 immobili di proprietà del principale indagato, ubicati nelle province di Modena e Ravenna, per un valore stimato di circa 500 mila euro.