Sicurezza

Muzzarelli scrive a Piantedosi: Modena dice no ad una tendopoli per i migranti

Per il primo cittadino il Ministro dell'Interno non ha mantenuto le promesse fatte in città durante la sua visita

Muzzarelli scrive a Piantedosi: Modena dice no ad una tendopoli per i migranti
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Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli scrive al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sulla questione della tendopoli che  dovrebbe ospitare circa 40 persone da accogliere in città. Decisione "non condivisa con i territori e senza alcuna informazione preventiva agli enti locali”.

Il sindaco scrive a Piantedosi: Modena dice no alla tendopoli

MODENA - Migranti trasferiti da Bologna e destinati a Modena, senza alcuna informazione agli enti locali? Sembra essere una decisione assunta direttamente dal ministero dell’Interno e il sindaco Gian Carlo Muzzarelli non ci sta e scrive di nuovo al ministro Matteo Piantedosi sollevando la questione che parrebbe riguardare circa 40 persone da accogliere in città “in maniera non condivisa con i territori e senza alcuna informazione preventiva agli enti locali”.

No a Tendopoli o "Brandinopoli"

Vista la completa saturazione dei posti già verificatasi a settembre e a lei comunicatascrive Muzzarelli a Piantedosi - si stanno prospettando, anche se grazie all’impegno della Prefettura si è riusciti finora ad evitarle, soluzioni improvvisate e irricevibili come tendopoli o ‘brandinopoli’ in immobili non progettati o quantomeno idonei a questo tipo di funzione”.

Siamo per una gestione dignitosa

A partire dal metodo con il quale si è presa la decisione a Roma, per Muzzarelli, che ribadisce la disponibilità della città a un’accoglienza diffusa che consenta una gestione dignitosa del fenomeno migratorio, si tratta di una decisione “in totale contrasto con quanto condiviso con il ministro lo scorso 22 settembre insieme alla Regione Emilia-Romagna e a tutti i sindaci dei Comuni capoluogo”.

Nessuna risposta

Facendo poi riferimento specifico alla situazione di Modena, il sindaco ricorda di non aver ancora ricevuto risposte in merito alle proposte progettuali avanzate a Piantedosi il 1 agosto e poi affrontate il 1° settembre con il commissario Valenti: “Il Comune di Modena è il primo sostenitore della necessità di relazioni istituzionali forti tra Stato centrale e autonomie locali, ma è necessario che questa collaborazione istituzionale non si limiti a sterile enunciazione”.

La preoccupazione di Muzzarelli nasce dalla tensione che si avverte salire a Modena “e quotidianamente, nonostante i buoni rapporti e l’interlocuzione costante con la Prefettura, constato che si continua a non informare i sindaci di ciò che accade e di ciò che si sta facendo a livello nazionale, agendo in modo completamente scoordinato rispetto alla reale situazione che vivono le città, con la inevitabile conseguenza di scaricare insicurezza e sbandamento sociale sui nostri territori e sulle comunità urbane”.

Nessun beneficio

Per il sindaco, infatti, i decreti adottati fino a oggi dal Governo (alcuni dei quali già convertiti in legge con modifiche dal Parlamento) “non hanno portato alcun beneficio tangibile al percorso di accoglienza e integrazione sui territori”, mentre invece dovrebbero essere recepite e finanziate le proposte di Anci “per la gestione dei flussi migratori e, in particolare, per dare una soluzione strutturata al tema dei minori stranieri non accompagnati”.

Il potenziamento della rete Sai annunciato, per esempio, non è ancora avvenuto e Modena lo ha più volte chiesto visto che gli attuali 60 posti sono ormai insufficienti di fronte agli oltre 250 minori stranieri giunti quest'anno.

A questa situazione si aggiunge anche l’indisponibilità di alcuni dei soggetti gestori dei Cas di prima accoglienza a partecipare ai bandi della Prefettura o ad accettare ulteriori proroghe ai contratti in essere.  “I Cas, sia dal punto di vista della disponibilità dei posti sia rispetto agli strumenti con cui si deve garantire la gestione – spiega Muzzarelli - continuano a essere un punto debole nella strategia della prima accoglienza. L'uscita dai Cas da parte dei migranti, per il venir meno dei requisiti per la permanenza, inoltre, sta creando situazioni inaccettabili per la nostra città con un aumento esponenziale di persone lasciate in mezzo a una strada e costrette a trovare rifugio nei parchi pubblici, nelle zone industriali abbandonate o a creare dormitori improvvisati nei quartieri residenziali”.

Mancano gli strumenti

Per il sindaco a Prefetture ed enti locali “mancano completamente gli strumenti per gestire la prima e la seconda accoglienza, in modo da poter garantire dignità e legalità alle persone giunte in Italia e alle comunità che devono ospitarle.

La mia forte preoccupazione è che nel prossimo futuro, con l'arrivo della stagione fredda, avremo un ulteriore peggioramento della situazione complessiva e questo non è accettabile per una realtà come Modena che fin dall'emergenza del 2016, con numeri simili se non superiori di migranti e richiedenti asilo, ha saputo fare accoglienza e integrazione, con diritti e doveri, nell'interesse della comunità”.

La lettera di Muzzarelli si conclude con l’auspicio di “un cambio di passo da parte del Governo sulla gestione complessiva dei flussi migratori e che le istanze di Modena e della sua provincia possano trovare urgente risposta”.

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