L'indagine

Federconsumatori indaga sul potere di acquisto dei pensionati nel modenese

Il potere d'acquisto delle pensioni è calato in media in un anno del 4,9 per cento

Federconsumatori indaga sul potere di acquisto  dei pensionati nel modenese
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I dati evidenziano in provincia di Modena una forte perdita del potere di acquisto delle pensioni.

Potere di acquisto

MODENA - I dati evidenziano in provincia di Modena una forte perdita del potere di acquisto delle pensioni; in un solo anno (variazione rispetto all’anno 2021), si registra un arretramento che mediamente raggiunge il 4.9%.

Una prima riflessione

I dati ci consegnano una prima riflessione: l’incremento delle pensioni deciso dal Governo per fronteggiare un livello di inflazione che nel 2022 aveva raggiunto l’8.1%, non è stato minimamente in grado di arginare la perdita del potere di acquisto delle pensioni.

Un calo di 1200 euro

Non solo: nel raffronto con le pensioni del 2016 il potere di acquisto dei pensionati e delle pensionate di Modena si riduce di quasi 1200 euro (-6.2%). Se analizziamo e scomponiamo il dato, si notano significative differenze reddituali sia rispetto all’anzianità anagrafica, che al genere ed al territorio. Nella nostra analisi registriamo, per i redditi 2022, il livello medio pensionistico più elevato nella fascia di età 65–74 anni (20.931 €); di converso quello più basso lo si registra nella fascia di età superiore a 85 anni (15.854 €).

Da 22 mila a 17 mila

Nelle fasce di anzianità intermedie si nota un aumento delle prestazioni pensionistiche all’aumentare degli anni di vita. Un dato che aiuta a comprendere la perdita del potere di acquisto delle pensioni: nella fascia di età 55–64 anni rileviamo nell’anno fiscale 2016 una pensione media pari a 22.437 Euro, mentre nell’anno 2022, dopo la rivalutazione dei redditi in base all’indice dei prezzi al consumo FOI–ISTAT, ci si attesta a 17.811 Euro. Si amplia ulteriormente il divario reddituale di genere; per le dichiarazioni presentate nel 2023 la distanza tra pensionati e pensionate è di 4.800 euro. Un dato molto complicato, che conferma quanto abbiamo registrato nell’indagine sui redditi da lavoro dipendente, ed è determinato dalla presenza prevalente delle donne nei settori poveri, ad elevata irregolarità, ed in quelle aree dove la maggior parte dei contratti è a part–time, spesso involontari. E’ evidente che la mancata continuità contributiva, anche determinata dall’avere delegato alle donne il ruolo di cura e tutela della famiglia, determina una contrazione importante delle pensioni.

Forte arretramento a Mirandola

Si accentua ulteriormente il divario territoriale. La città di Modena (l’area che nel tempo perde meno) vede una perdita del potere di acquisto delle pensioni del 4,1%, rispetto all’anno 2021, seguita a poca distanza dalle aree di Castelfranco Emilia e collinare-montana, con una riduzione del 4.2%. In fondo alla classifica due aree: Vignola che vede una contrazione del 5.5% e l’area di Mirandola che arretra del 6.1%. In termini assoluti i pensionati dell’area di Mirandola rispetto ai pensionati Modenesi hanno subito una ulteriore riduzione della capacità di spesa di circa 280,00 euro nel 2022.

Questo, sommariamente, quanto accaduto a pensionati e pensionate

Che tipo di pensione per i giovani di oggi?

Ma è altrettanto importante esaminare il futuro pensionistico di chi oggi lavora, a partire dai più giovani. Lo abbiamo fatto prendendo a riferimento quattro ragazze e ragazzi modenesi con percorsi di studio e lavoro diversi e mettendo in correlazione le loro condizioni occupazionali e quindi l’attesa pensionistica. Emerge, con grande chiarezza, che le riforme previdenziali che si sono susseguite hanno peggiorato in modo nettissimo il futuro delle giovani generazioni, che andranno in pensione molto più tardi e con un assegno, in prevalenza, insufficiente a garantire una vita dignitosa.

Per i nostri quattro ragazzi, per nulla virtuali, tenendo in conto sia i requisiti di vecchiaia che di anzianità, è prevedibile siano necessari fino a dieci anni di lavoro in più dei propri padri, per giungere al pensionamento.

Un assegno pensionistico ridotto

Rispetto invece alle dimensioni dell’assegno pensionistico, con un calcolo economico frutto di un’analisi della stessa Ragioneria dello Stato, nei prossimi decenni il tasso di sostituzione salario-pensione si attesterà al 64% per i lavoratori dipendenti e al 51% per i lavoratori autonomi.

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