Dazi: per Coldiretti ora servono delle compensazioni
Per il Presidente Borsari: "Servono risorse europee per le filiere più esposte come il vino. Aspettiamo di capire questione dazi zero"

L’accordo con tariffe al 15% è sicuramente migliorativo rispetto all’ipotesi iniziale del 30% che avrebbe causato danni fino a 2,3 miliardi di euro per i consumatori americani e per il Made in Italy agroalimentare.
Dazi: per Coldiretti ora servono delle compensazioni
MODENA - Tuttavia, il nuovo assetto tariffario, avrà impatti differenziati tra i settori e deve essere accompagnato da compensazioni europee per le filiere penalizzate anche considerando la svalutazione del dollaro. È quanto sostiene Coldiretti Modena commentando l'accordo trovato tra Europa e Usa dopo l'incontro di ieri tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen.
Dazi: per Coldiretti ora servono delle compensazioni
L'Emilia Romagna esporta complessivamente negli USA 995 milioni di € (12.7% del nazionale) di prodotti agroalimentari - informa Coldiretti Modena.
Risorse
"La nostra provincia - interviene il presidente di Coldiretti Modena, Luca Borsari - vanta ben 25 prodotti a denominazione di origine (sui 44 dell'Emilia Romagna) fra i quali Parmigiano Reggiano, Aceto balsamico di Modena e Lambrusco che hanno negli Stati Uniti uno degli sbocchi principali. In un momento come questo, con un così importante numero di eccellenze, diventano necessarie risorse da destinare alle filiere più colpite, soprattutto per il vino che sta attraversando un momento di crisi. Gli Stati Uniti restano un mercato fondamentale, dove dobbiamo proteggere i consumatori dalle imitazioni del falso made in Italy. In un mercato già invaso da prodotti come il parmesan made in USA, dobbiamo portare avanti un’azione strutturale per promuovere il Made in Italy autentico e contrastare l’italian sounding, che negli Stati Uniti provoca ogni anno perdite stimate in oltre 40 miliardi di euro".
Standard
Coldiretti ribadisce che non possono essere ammessi in Italia prodotti agroalimentari che non rispettano gli stessi standard sanitari, ambientali e sociali imposti alle imprese europee. È fondamentale che l’Unione Europea continui a difendere con fermezza il sistema delle Indicazioni Geografiche, che rappresentano una garanzia di qualità e origine e un presidio culturale ed economico del nostro cibo.