Asili nido, rifiutato quasi il 50% dei bambini: Pd e Rifondazione Comunista chiedono spiegazioni al Comune
Sono circa 570 le famiglie che si trovano in bilico tra il rifiuto degli asili nido pubblici e il bisogno di ricorrere all'iscrizione ad istituti privati.
MODENA - E' grande la preoccupazione di molte famiglie del Comune di Modena, che quest'anno hanno visto il rifiuto dell'ammissione agli asili nido per quasi il 50% dei bambini.
Rifiutato quasi il 50% delle ammissioni agli asili nido di Modena
Sono circa 570 le famiglie che si trovano in bilico tra il rifiuto degli asili nido pubblici e il bisogno di ricorrere all'iscrizione ad istituti privati. I posti disponibili per il prossimo anno erano 728, tra strutture comunali, della Fondazione Cresci@mo, appaltate e convenzionate aziendali e non; ma restano comunque inspiegabilmente insufficienti a coprire il numero di richieste attuale. Una ragione potrebbe essere l'aumento di domande rispetto allo scorso anno (da 1.197 a 1.301) e la riduzione dei posti disponibili (da 779 a 728).
Gli interrogativi del Pd
Dalla parte delle famiglie si sono schierati anche i membri del Partito Democratico: "Negli scorsi anni abbiamo assistito alla riduzione della domanda di servizio e tenuto conto dell’offerta, si era arrivati all’eliminazione, di fatto, delle liste di attesa. Però, nell’ultimo biennio, le domande di asilo nido a Modena, pur in un contesto di calo demografico, risultano crescenti e la situazione di quest’anno deve essere risolta al più presto attivandosi presso la Regione Emilia Romagna per ottenere specifiche risorse destinate ad aumentare i posti disponibili nelle strutture a gestione diretta, convenzionate e appaltate. Per questo chiediamo alla giunta se sia stata avviata una programmazione dei posti nido con tutti i gestori autorizzati al funzionamento che avevano intrapreso il percorso di accreditamento per consolidare l’assetto dei posti già contrattualizzati e arrivare ad un aumento dei posti; e se esistono già politiche di sostegno per le famiglie meno abbienti nel pagamento delle rette qualora scegliessero gli asili privati".
Le accuse della Rifondazione Comunista
Più aggressive sono state, invece, le accuse della Rifondazione comunista: "Non è servito a nulla esternalizzare i servizi educativi 0-6 anni per aggirare il divieto di assumere personale e garantire la continuità del servizio rivolto alla fascia di età 0-6 anni. La Fondazione Cresci@mo e il Comune di Modena non sono stati in grado di dare una risposta alla metà delle famiglie che hanno fatto domanda per inserire i propri figli nelle strutture educative". Prosegue la segretaria di partito Elena Govoni: "L’assessora si giustifica parlando di un aumento imprevisto di richieste. Imprevisto in che senso? Se i servizi demografici registrano puntualmente i nuovi nati e i nuovi resistenti in quella fasce di età e dialogano con i servizi educativi, come si può parlare di imprevisto? Sarebbe più corretto parlare di errore nella programmazione".