No a cellulare e Internet sotto i 14 anni: Modena aderisce al progetto "Aspettando lo smartphone"
Tra le raccomandazioni: nessuno schermo fino ai 2/3 anni e telefono liberamente connesso solo dopo i 14
Genitori preoccupati dall'uso indiscriminato dello smartphone da parte di bambini e ragazzi. Anche Modena aderisce al progetto "Aspettando lo smartphone".
"Aspettando lo smartphone"
MODENA - Laura Garavini, mamma di una 12enne, è tra le promotrici a Modena del progetto "Aspettando lo smartphone".
Obiettivo: regolamentare e rallentare l'accesso dei ragazzi ai telefonini iperconnessi, non consegnandoli prima della fine della seconda media. Una missione impossibile senza una rete di aiuto tra genitori.
"E' molto difficile per i genitori dare questo limite ai ragazzi, ovviamente, perché siamo in un contesto che lo consente - afferma la psicologa Manuela Surano. - Quindi i nostri ragazzi ci dicono "sono l'unico che non ha il cellulare".
Un patto educativo digitale
E’ un progetto di educazione e sensibilizzazione per lo sviluppo di una maggiore consapevolezza digitale nato da alcuni genitori dell’IC Olmi e dell’IC Rinnovata Pizzigoni ma indirizzato a tutti i genitori e gli insegnanti delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Lo chiamano patto educativo digitale, e si basa - spiegano - sugli studi più aggiornati.
"Non avere più quella connessione tattile, oggettuale, con l'esperienza concreta - aggiunge la criminologa Francesca Mussati - non consente il naturale sviluppo delle nostre facoltà cognitive".
Niente cellulare fino ai 14 anni
Tra le raccomandazioni: nessuno schermo fino ai 2/3 anni e telefono liberamente connesso solo dopo i 14 quando, secondo il nostro sistema giuridico, i ragazzi acquisiscono la capacità di intendere e di volere.
"Parte del nostro cervello comincia il suo sviluppo di connessione causa-effetto, di astrazione. Inizia il suo sviluppo proprio in quella fase di età".
Genitori uniti
A giudicare dalla sala gremita durante il primo incontro modenese non mancano i genitori già pronti a impegnarsi,
"a far si che questo smartphone diventi sì, un dispositivo digitale a cui i nostri ragazzi arriveranno, ma con l'età giusta e con le competenze giuste".