Nuova allerta rossa in Emilia Romagna: si prevedono fiumi in piena e rischio frane
L'avviso si estende dalla mezzanotte di oggi 10 maggio e fino alla stessa ora di giovedì 11 maggio
Il maltempo non dà tregua alla nostra regione: torna la pioggia e con essa Arpae e Protezione Civile annunciano l'allerta rossa sia nelle pianure che nelle colline.
Nuova allerta rossa in Emilia Romagna
MODENA - A partire dalla mezzanotte di oggi 10 maggio e fino alla stessa ora di giovedì 11 maggio, parte l’allerta rossa per l’area centro orientale della regione, arancione per la pianura modenese, quella emiliana centrale, montagna emiliana centrale, e costa romagnola.
Arpae e Protezione civile dell’Emilia-Romagna annunciano “piogge diffuse e persistenti su tutto il territorio regionale, anche a carattere di rovescio, con cumulate elevate sul settore centro-orientale”.
Fiumi in piena
Si prevedono anche “piene su tutti i corsi d’acqua del settore centro-orientale della regione, con possibile occupazione delle aree golenali, interessamento degli argini e difficoltà di smaltimento delle acque nel reticolo idrografico minore e di bonifica”.
Si prevedono frane e smottamenti
Inoltre potranno verificarsi frane e ruscellamenti lungo i versanti, più probabili nel settore collinare e montano centro-orientale. La criticità idraulica e idrogeologica rossa prevista nella pianura e collina bolognese, ravennate e forlivese, si precisa, “è connessa alle numerose vulnerabilità ancora in atto sul territorio interessato dagli eventi del 2-3 maggio”.
La tendenza nelle successive 48 ore è di stazionarietà, quindi possibile che la pioggia continui.
1 miliardo di euro di danni
Dall’1 al 3 maggio, in Emilia-Romagna
“ci siamo misurati con un evento meteo eccezionale che ha colpito maggiormente le province di Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna e Modena. Un evento straordinario già per la configurazione meteorologica che l’ha originata e che ad oggi porta a stimare in almeno 1 miliardo di euro i danni. Abbiamo bisogno di strumenti speciali per rispondere alla situazione, non basta più agire per via ordinaria con le ordinanze del passato. È necessario un Decreto-Legge speciale, lo stesso provvedimento che ha visto assegnare alla Regione Marche 400 milioni di euro per l'ultima alluvione”.
Così Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, ha aperto oggi la sua relazione in Assemblea legislativa.
Cordoglio per le due vittime
“Ogni evento ci consegna un portato importante di riflessione, prima di tutto il cordoglio per la perdita di vite umane: a nome del presidente Bonaccini e dell’intera Giunta regionale, mi stringo alle famiglie delle due vittime che hanno perso la vita a Castel Bolognese e Fontanelice. A loro va tutta la nostra vicinanza, il nostro cordoglio.
Il pensiero è rivolto anche a chi ha perso i ricordi e il frutto delle fatiche di una vita. Massima attenzione anche ai risvolti sociali ed economici che l’emergenza porta con sé. Tutti insieme dobbiamo sentire il senso della responsabilità collettiva di assumere scelte nell’interesse dei territori, con un impegno comune ai vari livelli istituzionali per accrescere la sicurezza e a ridurre il rischio”.
Numeri da record spaventosi
Un evento straordinario, dunque. E i numeri forniti dalla vicepresidente lo testimoniano: 23 corsi d’acqua in piena, di cui 14 hanno superato contemporaneamente i livelli d’allarme; 15 rotte di difese spondali, oltre 140 frane in Appennino che si affiancano a dissesti minori.
Tutto ciò causato da piogge concentrate e amplificate, soprattutto sulla fascia collinare, e ininterrotte per circa 48 ore: le più intense cadute sull’intero territorio regionale per due giorni consecutivi dal 1997 e le più intense nella stagione primaverile dal 1961, con cumulate che in media si verificano ogni 100 anni, in alcune stazioni di rilevazione, 200.
Sistemi di emergenza subito attivi
Di fronte a quanto stava accadendo,
“si è attivato immediatamente, lo voglio ricordare ancora una volta, l’intero sistema di Protezione civile dell’Emilia-Romagna. Inoltre, considerate le condizioni di particolare criticità, il 3 maggio il presidente Stefano Bonaccini ha fatto richiesta al Governo per lo ‘Stato di mobilitazione nazionale’. Richiesta immediatamente accolta dal ministro Musumeci, cui ha fatto seguito la dichiarazione di stato d’emergenza nazionale”.