Sanità

Cisl Emilia Romagna: a Modena sempre più numerosi i casi di povertà sanitaria

Nella nostra Provincia si allungano i tempi d'attesa per le visite diagnostiche e specialistiche

Cisl Emilia Romagna: a Modena sempre più numerosi i casi di povertà sanitaria
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Agende bloccate in quanto piene: ecco perché nella nostra Provincia i tempi d’attesa per le visite diagnostiche e specialistiche risultano ufficialmente rispettati.

La denuncia arriva dalla Cisl Emilia Centrale e dal suo sindacato dei pensionati Fnp, che sulla tutela della sanità pubblica hanno organizzato un convegno in programma domani – giovedì 22 giugno – a Reggio Emilia.

A Modena sempre più casi di povertà sanitaria

MODENA - Una donna modenese di 30 anni deve fare urgentemente (entro dieci giorni) una visita senologica con ecografia, ma non ha nessuna disponibilità in tutta la regione.

A un modenese di 33 anni l’altro giorno è stata fissata al 7 settembre una visita allergologica.

Per un over 70 residente in provincia che ha bisogno di una visita oculistica l’agenda è piena e ancora non ha una data disponibile.

Idem per un altro ultra 70 enne, che aspetta un tac in quanto soffre di patologie degenerative.

Aspetta addirittura da un anno e sei mesi una donna residente in città – anch’ella over 70 - che deve farsi asportare una cisti seborroica.

Altri casi del Policlinico

Altri i casi riguardano il Cip (centro interno di prenotazione per le cronicità) del policlinico di Modena.

Presa in carico dal reparto di gastroenterologia per patologie del fegato e intestino, una donna di oltre 70 anni fino a febbraio ha avuto appuntamenti di controllo per le cure effettuate a domicilio, presi direttamente in reparto dallo specialista. Ora che deve passare tramite il Cip del policlinico, salta la scadenza del controllo per confermare o meno la terapia ogni sei mesi, arrivando fino a un anno.

Problemi con il Cip del policlinico sono segnalati anche per la dermatologia (il paziente ha una patologia oncologica).

Le ragioni del monitoraggio

«I dati che raccogliamo ci servono quando andiamo a fare la contrattazione socio-sanitaria sia con la Regione che con i Comuni e le aziende sanitarie locali – spiega la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo – L’obiettivo non è la mera contrapposizione tra sindacato e istituzioni, ma il confronto e la verifica tra i principi base o linee guida e ciò che accade concretamente nei territori.

Il diritto alla salute non può essere messo in discussione, a maggior ragione per le persone più fragili».

Vogliamo proporre un patto per la sanità pubblica

«Vogliamo proporre un grande patto per la sanità pubblica che, essendo un bene comune appartenente a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni sociali e di reddito, non può diventare terreno di scontro politico – afferma la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo - Siamo in una fase critica, è a rischio la tenuta della sanità pubblica come l'abbiamo conosciuta nei nostri territori.

Il Governo deve potenziare il fondo nazionale, per il quale è prevista invece una riduzione: passare dal 6,9% sul Pil del 2022 al 6,2% nel 2025-26 significa sottrarre alla spesa sanitaria oltre 13 miliardi di euro.
La Regione, invece, deve confrontarsi con noi sulle grandi trasformazioni in atto, a partire dall’attuazione del dm 77 (riorganizzazione della medicina territoriale), gestione dell’emergenza-urgenza e smaltimento delle liste d’attesa».

I dati ufficiali non sono del tutto veritieri

Su quest’ultimo aspetto la Cisl sostiene che i dati ufficiali secondo i quali Modena è ai primi posti in Emilia-Romagna per indice di performance non raccontano tutta la realtà.

Gli standard di riferimento regionali per le prestazioni di specialistica ambulatoriale di primo accesso sono stabiliti in 30 giorni per le prime visite e in 60 giorni per gli esami strumentali (eccetto la prima mammografia che è da garantire entro 90 giorni).

Cresce il fenomeno della povertà sanitaria

«Ma la realtà è diversa. Riceviamo quasi quotidianamente segnalazioni di cittadini che non riescono a ottenere gli appuntamenti perché le agende sono bloccate in quanto piene – dichiara Papaleo - Questo significa che, non potendo ricorrere alla sanità privata, molti cittadini rinunciano a curarsi e non figurano nelle statistiche.

Ecco perché noi affermiamo che anche nei nostri territori, considerati tra i più ricchi d’Italia, sta crescendo il fenomeno della cosiddetta povertà sanitaria.

Poiché c’è una stretta correlazione tra povertà economica e peggioramento delle condizioni di salute, dobbiamo intervenire per aiutare chi non ha i soldi per pagarsi le cure.
Uno dei primi interventi è l’abbattimento dei lunghi tempi d’attesa, che scoraggiano i cittadini, minano la fiducia verso le istituzioni sanitarie e ledono il diritto alla salute».

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