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Castelfranco Emilia, taglio del nastro per la nuova casa accoglienza

Alla cerimonia erano presenti il sindaco Giovanni Gargano, il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il cardinale arcivescovo Matteo Maria Zuppi

Castelfranco Emilia, taglio del nastro per la nuova casa accoglienza
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A Castelfranco Emilia è stata inaugurata la nuova casa accoglienza.

Taglio del nastro per la nuova casa accoglienza

CASTELFRANCO EMILIA - Tre camere, priva di barriere architettoniche e completamente green. È la nuova casa accoglienza famiglia realizzata dalla cooperativa sociale Pan Onlus a Castelfranco Emilia.

Il progetto

La residenza ospiterà famiglie numerose in condizioni di fragilità, con particolare attenzione ai nuclei familiari che hanno al proprio interno persone con disabilità. Il progetto prevede di accompagnare le famiglie lungo un percorso di autonomia, concordato con i servizi sociali del territorio.

Per facilitare il reinserimento lavorativo degli ospiti della struttura sono previste attività di formazione, tra cui un laboratorio creativo mirato allo sviluppo della manualità e un laboratorio artigianale di pasta fresca, che potranno fornire una base solida per una nuova prospettiva di lavoro.

L'inaugurazione

Alla cerimonia di inaugurazione  erano presenti, insieme al sindaco di Castelfranco Emilia, Giovanni Gargano, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e il cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi.

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Il commento di Stefano Bonaccini

“Un progetto importante per la comunità, che qualche anno fa abbiamo contributo a far nascere e che ora diventa più grande. Si accresce così la rete di assistenza territoriale dedicata alle persone con fragilità che dà vita a uno dei sistemi di accoglienza più qualificati del Paese, che vogliamo imperniato attorno a una forte e strutturata presenza pubblica. Avere spazi adeguati alle proprie esigenze e una formazione mirata sono fondamentali anche per ottenere un veloce reinserimento nella società, che è l’obiettivo principale di questo progetto. Un’ulteriore testimonianza di come, insieme, si possono fare grandi cose per il territorio e le persone, a maggior ragione se in condizioni di fragilità”. 

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