La denuncia

Cisl Emilia Centrale a Federfarma: così non va

Nel mirino del sindacato la situazione delle 150 farmacie private che operano nel modenese

Cisl Emilia Centrale a Federfarma: così non va

In una nota il sindacato Cisl Emilia Centrale ricorda che i farmacisti della provincia di Modena sono stati una parte importante dello scudo sanitario che ci ha protetti durante il covid, ci aiutano ogni giorno con la prenotazione degli esami, i vaccini e gli screening salvavita.

Cisl Emilia Centrale a Federfarma: così non va

MODENA – Dire farmacia – continua il sindacato – significa parlare di un playmaker integrato con la sanità pubblica ma per Federfarma i 500 dipendenti modenesi delle farmacie private – in servizio in 150 farmacie su tutto il territorio – valgono la mancetta di 180 euro lordi di aumento, da spalmare in tre anni.

All’estero gli stipendi volano

Tutto questo mentre all’estero i salari volano: un farmacista italiano assegnato al banco guadagna netti in busta 1.450 euro al mese (2069 euro lordi), come stipendio base. Un suo collega francese, con la stessa esperienza, parte da 3.700 euro lordi e quello tedesco si trova in busta una cifra che sfiora, mediamente, i 4.000 euro lordi mensili.

Un tira e molla

Così non va. La nostra lotta riparte. Non possiamo accettare che Federfarma sostenga che pagare adeguatamente la competenza, la disponibilità e la dedizione sia un costo non sostenibile”, annuncia Alessandro Martignetti, leader di Fisascat Cisl Emilia Centrale. 
Sono passati quasi 15 mesi dalla scadenza del contratto eppure prosegue un tira e molla con Federfarma che il sindacato condanna. Novembre sarà un mese caldo, nuove iniziative sono in costruzione.

COME E’ CAMBIATA LA FARMACIA

Per un cittadino modenese la farmacia è un importantissimo servizio di prossimità, dove si possono fare screening per il diabete, per il cancro al colon retto, i test antigenici. E’ il luogo che ci permette di prenotare visite ed esami e di ricevere le vaccinazioni. Si è iniziato col covid, e ora si procede con i vaccini contro l’influenza. Il farmacista cui ci rivolgiamo aggiorna i dati del fascicolo sanitario elettronico, raccoglie segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci, arriva a farsi carico della consegna domiciliare delle medicine ai pazienti più fragili.
“E più ci spostiamo nelle zone periferiche e interne, più il farmacista è l’anima di quello che non è solo un servizio ma un presidio sociosanitario che sostiene la qualità della vita di chi abita nelle zone più svantaggiate”, segnala Martignetti.