Nei mesi scorsi una indagine di Immobiliare.it ha posto Modena in cima alla classifica delle città con il più forte incremento dei canoni medi, passati in un anno da 385 a 506 euro, con un balzo di un +31%.
Dal Sunia una indagine sul mondo degli affitti
MODENA – Sunia e Cgil hanno voluto approfondire il tema, non per mettere in discussione una consolidata forma dell’abitare, ma per verificare la correttezza di quei numeri, per indagare eventuali abusi, eccessi ed illegalità. Ne è uscito un quadro che conferma i livelli di costo dei canoni delle stanze in affitto, persino al di sopra di quanto rilevato pochi mesi fa. Questi i dati più eclatanti emersi dalla indagine
5 mila le stanze in affitto a Modena
Sono stimabili in 4/5.000 le stanze in affitto a Modena, per lo più all’interno di appartamenti, una stima che comprende l’area del nero e del grigio. Oltre il 90% ha bagno e cucina in comune, ed il numero degli affittuari va da 2 a 17. Le dimensioni delle stanze vanno da 9 mq, misura molto diffusa nelle più recenti ristrutturazioni, ai 20 mq. La quasi totalità viene proposta con un contratto transitorio, fino a 18 mesi; una tipologia per la quale i proprietari sono tenuti ad applicare a Modena, Comune ad alta tensione abitativa, i canoni concordati.
Ignorati
Canoni rinnovati nel 2023 dai sindacati dei proprietari e degli inquilini e per i quali chi affitta gode della riduzione dell’Imu e dell’aliquota agevolata al 10% per la cedolare secca. E’ evidente notare che i canoni concordati, in questa tipologia, sono largamente ignorati.
Il costo medio è di 520 euro
Sunia Cgil ha voluto analizzare 605 inserzioni di diversi soggetti; il 67% dei canoni riferiti a stanze a Modena sono oltre i 400 euro, e tra questi il 40% oltre ai 500 euro, con punte di 900 euro per camere con bagno privato. La media, difficile da calcolare per i molti canoni “spese comprese”, si pone attorno ai 520 euro, spese comprese. Cifre incompatibili anche con i livelli più elevati dei canoni concordati osserva Sunia e Cgil
Meno. del 10 per cento
Applicando i canoni concordati l’oscillazione del costo delle camere in affitto dovrebbe porsi tra un minimo di 190 euro ed un massimo di 350 euro, tipologia quest’ultima che riguarda però meno del 10% degli immobili.
Solo il 15 % segue gli accodi territoriali
Nel rapporto l’Associazione rileva come l’ipotesi che solo il 15-20% dei canoni di stanze sia allineato, più o meno, con quanto previsto dagli accordi territoriali, prevedendo allo stesso tempo spese realistiche. Un ulteriore 15-20% ha differenze più consistenti, soprattutto nelle spese. Un 60-70% del nostro vasto campione registra difformità maggiori, con maggiori costi tra il 30 e l’80%, con punte anche superiori al 100%.
Le spese sono al 30 per cento
Le spese (utenze, rifiuti, condominio) sono oggetto di diversi operazioni con costi mediamente superiori dalla realtà dal 30% al 100%. Ma tra i casi che presentiamo nel report c’è anche chi si è visto proporre 350 euro di spese mensili, per una camera di 10 mq in un appartamento con quattro ospiti.
Indagine
Soprattutto è difficile ottenere i dati dei consumi reali, ed il conguaglio con quanto pagato. Si può dire che negli appartamenti affittati direttamente dal proprietario le differenze rispetto ai canoni concordati e le spese legittime sono comunque più bassi rispetto alle stanze in subaffitto.