Estate 2025: l’Italia sceglie la montagna; gli Appennini registrano quasi ovunque il tutto esaurito
Boom di famiglie tra i boschi e fine settimana bollenti per chi è rimasto in città.

Quella del 2025 sarà ricordata come l’estate del grande ritorno alla montagna. Complice il caldo torrido che ha travolto le città e le località di mare con prezzi elevati, migliaia di famiglie italiane hanno scelto di trascorrere le proprie vacanze in quota, spesso optando per destinazioni immerse nel verde, ma facilmente raggiungibili. A beneficiare di questo cambio di rotta sono stati soprattutto gli Appennini, da nord a sud, divenuti mete ambite per settimane di relax, escursioni e aria fresca.
La montagna come alternativa al mare (e al caro ombrellone)
Le località appenniniche, tradizionalmente meno battute rispetto a Dolomiti o Alpi occidentali, hanno registrato un aumento delle presenze stimato tra il 18% e il 24% rispetto all’estate 2024, secondo i dati raccolti da Federalberghi e confermati dalle associazioni di categoria. In Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, ma anche tra Marche e Umbria, le strutture ricettive hanno fatto segnare il “tutto esaurito” per gran parte di luglio e nelle prime settimane di agosto. Non si tratta solo di villeggiatura vecchio stile: molte località hanno rinnovato la propria offerta, puntando su ospitalità diffusa, eventi culturali, degustazioni e percorsi naturalistici per ogni età. Il turismo “lento” e sostenibile, che fino a pochi anni fa era considerato di nicchia, oggi è una delle risposte più concrete alla domanda di vacanza “vera”, capace di rigenerare corpo e mente.
L’overtourism arriva anche nei boschi
Ma non tutto è oro quel che luccica. Il successo degli Appennini ha messo in luce anche problemi di affollamento in alcune zone particolarmente gettonate. Da Monte Cimone al Terminillo, passando per il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, i fine settimana di luglio e inizio agosto hanno fatto registrare code ai parcheggi, sentieri congestionati e difficoltà nella gestione dei rifiuti. «Non eravamo pronti a numeri simili, soprattutto nei piccoli borghi. Ci servono più servizi e una programmazione adeguata, altrimenti rischiamo di rovinare proprio ciò che la gente viene a cercare: la tranquillità», commenta il sindaco di una località del centro Italia. L’overtourism non è più solo una questione da località balneari o città d’arte: oggi anche la montagna va “gestita”, pena il rischio di trasformare un rifugio naturale in un caos ad alta quota.
Città svuotate... ma solo in apparenza
E mentre le famiglie partono zaino in spalla, chi resta in città durante l’estate scopre un altro tipo di avventura. Nei weekend — soprattutto nelle grandi aree urbane Lombarde — la combinazione tra caldo, assenza di routine e pochi occhi indiscreti ha portato a un aumento sensibile delle occasioni di socialità… e di trasgressione. Secondo Bacirosa.com, tra luglio e agosto si è registrato un +33% di traffico nelle fasce orarie serali tra venerdì e domenica, con un picco su escort Milano e escort Varese. Inoltre bar, rooftop, eventi nei parchi e serate a tema si sono trasformati in luoghi d’incontro informale, spesso molto più vivaci rispetto al resto dell’anno. «Le città d’estate diventano un po’ come quei villaggi turistici pieni di adulti senza figli: meno stress, meno formalità, più voglia di lasciarsi andare», racconta con un sorriso Valerio, 42 anni, single milanese rimasto in città per lavoro ma – a suo dire – “piacevolmente in compagnia”.
Prospettive future: verso un’Italia più montanara?
Il trend della montagna non sembra destinato a spegnersi a settembre. Le prenotazioni autunnali, spinte dal foliage e dalla crescente voglia di esperienze outdoor, sono in crescita, e molte località stanno già lavorando per rafforzare l’offerta destagionalizzata. Resta però il nodo della sostenibilità e dell’equilibrio tra afflusso e capacità di accoglienza, un tema che riguarda tanto le valli quanto le metropoli, che d’estate si trasformano in teatri urbani paralleli, con dinamiche sociali tutte da osservare.
In definitiva, l’estate 2025 racconta di un’Italia che cambia abitudini, che riscopre il silenzio dei boschi… ma che, al calar del sole, non rinuncia mai del tutto al brivido dell’imprevisto. Anche tra i palazzi silenziosi delle città.