Mancata comunicazione

Il Comune di San Felice sul Panaro multato per illecito per una causa del 2017

Il Gestore dei Servizi Energetici accusa l'Amministrazione Comunale di sei anni fa di incompleta comunicazione

Il Comune di San Felice sul Panaro multato per illecito per una causa del 2017
Pubblicato:
Aggiornato:

Per Michele Goldoni, attuale primo cittadino di San Felice, la comunicazione giunta da Gse, Gestore dei servizi enegetici, è una verà e propria doccia fredda in quanto ha assicurato non esisteva memoria storica nonostante la decisione risalga al 2017.

Illecito frazionamento di tre campi di fotovoltaico

SAN FELICE SUL PANARO- Come ha reso noto il sindaco Michele Goldoni, durante l'ultimo Consiglio comunale, lo scorso 25 luglio è arrivata in municipio a San Felice sul Panaro una comunicazione del Gse, Gestore dei servizi energetici, con la quale il Comune viene sanzionato per l’illecito frazionamento di tre campi di fotovoltaico realizzati nel 2011 e denominati Lavacchi 1-2-3 della potenza di 1 Mw ciascuno. Di tale irregolarità il Gse si sarebbe accorto nel corso di sopralluoghi effettuati nel 2017.

Che cosa ha comportato questa mancata comunicazione

In pratica il Gestore dei servizi energetici sostiene che i tre campi, al momento della loro realizzazione, avrebbero dovuto essere invece censiti come un solo campo di potenza pari a 3 Mw. Questo presunto illecito avrebbe consentito al Comune di ricevere maggiori introiti rispetto a quanto previsto per gli impianti di potenza pari a 3 Mw. In pratica al Comune di San Felice verrebbero tolti 100.000 euro all’anno, mentre l’Ente dovrebbe rendere al Gse, per i periodi passati, 1.158.000 euro, una cifra che se pagata in una sola tranche rischierebbe di portare il Comune, già provato da bilanci difficili, in dissesto.

"Noi eravamo all'oscuro di tutto"

Della vicenda ha dato comunicazione il sindaco Michele Goldoni nel corso del Consiglio comunale dello scorso 27 luglio. «L’attuale Amministrazione comunale e gli uffici che vi operano – ha detto il sindaco – non erano al corrente di questo procedimento perché i sopralluoghi sono avvenuti nel 2017, quando noi non c’eravamo, e di questo non ci è stata trasmessa alcuna memoria storica. Questo quindi ci ha colpiti in maniera del tutto inaspettata. Ci tuteleremo comunque in tutti i modi possibili e ci siamo già attivati per individuare un legale esperto in materia che possa supportarci in giudizio per contrastare questa decisione»

Seguici sui nostri canali