Un farmacista ma anche un attore e un artista: difficile racchiudere in un’unica qualifica la personalità di Franco Guandalini, nato a Modena il 30 maggio 1929 e scomparso il 23 agosto scorso all’età di 96 anni. La casa editrice digitale del Comune di Modena, Il Dondolo, ha nel suo catalogo un piccolo gioiello, disponibile gratuitamente online: “Il farmacista”, ovvero la vita, le opere e le storie di Franco Guandalini raccontate dal nipote Carlo Bordone.
In un libro la figura di Franco Guandalini
MODENA – Guandalini, che in arte si faceva chiamare Franco Rossi, è stato il marito del celebre soprano Raina Kabaivanska e, al tempo stesso, un uomo capace di attraversare decenni di cultura italiana con passo leggero e ironico, sempre presente e al tempo stesso defilato. Nel libro, la sua voce arriva attraverso i ricordi raccolti da Carlo Bordone, che ha dato forma a un racconto fatto di episodi, incontri e scene memorabili.
Cultura italiana
Si passa così dalla volta in cui accompagnò Alberto Arbasino da Gadda – “che aveva un brutto carattere” – alle prove teatrali con Franca Valeri, fino ai pomeriggi con Luchino Visconti, Federico Fellini, Nora Ricci, Valerio Zurlini, Gian Maria Volonté, Luca Ronconi e molti altri. Quasi mezza cultura italiana sembra sfilare accanto a lui, in una galleria di amicizie e complicità.
Una Carmen fischiatissima
Modena è spesso lo sfondo: nel 1963, per Mario Missiroli, Guandalini trasforma piazza Roma nella cornice del film “La bella di Lodi”, tratto dal romanzo di Arbasino, con un giovane Arbasino e Antonio Delfini come comparse e una giovanissima Stefania Sandrelli che ordina una banana flambé. Poco dopo lo ritroviamo a Bologna, a metà anni Sessanta, alle prese con una Carmen fischiatissima dai tradizionalisti, dove la regia di Arbasino si intreccia con il libretto di Roland Barthes e le scene di Vittorio Gregotti.
L’incontro con Raina
L’opera, però, fu anche la scintilla che cambiò la sua vita: nel 1969, alla Scala di Milano, incontrò Raina Kabaivanska, allora protagonista dell’Ernani di Verdi. Si ritrovarono a Modena due anni dopo, e da allora le loro strade rimasero intrecciate. “E io così sono diventata modenese per amore, una Guandalini”, ha raccontato lei stessa.
Collezionista appassionato
Guandalini fu anche un collezionista appassionato: nel dopoguerra riuscì a recuperare e salvare numerose terrecotte antiche, poi donate alla Galleria Estense. “Mia moglie dice sempre che non ha sposato un farmacista, ma un geniale trovarobe”, amava dire.
Un e-book
Con tono disincantato e sempre ironico, Guandalini stesso introduce l’ebook ricordando di non aver mai avuto “nulla da scrivere”, se non la necessità di raccontare le persone importanti della sua vita: un parlare che diventava memoria, e memoria che si trasformava in narrazione. Un flusso che Bordone ha saputo accogliere, trasformando in pagine ciò che in origine erano storie da salotto, aneddoti condivisi per divertire, per commuovere, per non dimenticare
(Foto Cesare Leonardi)