Indagine Lapam sulla occupazione nel modenese
Modena è una provincia nella top ten a livello nazionale per tasso di lavoro giovanile più elevato

L’artigianato emiliano-romagnolo conta 277 mila lavoratori, pari al 16,7% degli occupati totali, fondamentali per la realizzazione dell’8,5% del valore aggiunto del territorio. A Modena e provincia i dati sull’occupazione risultano rilevanti.
Oltre 50 mila persone
MODENA - Lo rileva un’indagine dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che, in occasione del 1° maggio in cui si celebra la Festa del Lavoro, ha svolto un’analisi proprio sull’occupazione a livello provinciale. . Dallo studio emerge che nella provincia di Modena si contano 50.403 addetti dell’artigianato, che contribuiscono alla creazione del 9,8% del valore aggiunto del territorio.
Saldo negativo
Complessivamente l’occupazione nel modenese conta un saldo negativo pari all’1,2% nel 2024 rispetto al 2023. Gli occupati indipendenti registrano un -17,1%, mentre per i dipendenti si rileva un +3,6%.
Cresce l'occupazione giovanile
Spostando l’attenzione sui giovani, nel mondo della micro e piccola impresa e nell'artigianato modenese la quota di dipendenti under 30 è del 17,6%, superiore al 12,2% delle medie e grandi imprese con almeno 50 addetti. Modena è anche tra le province in Emilia-Romagna a registrare un tasso di occupazione giovanile più elevato con un 55,4% che le permette di essere anche in top ten a livello nazionale. Nella provincia si rileva anche un dinamismo vivace nel triennio 2021-2024 con il tasso di occupazione giovanile che cresce di 6,5 punti percentuali.
Ancora elevata la difficoltà di reperimento del personale, più accentuata nell’artigianato: nel modenese si registra un 62,9% di entrate difficili da reperire, superiore di 10,2 punti rispetto al totale delle imprese del territorio.
Un momento per riflettere
«La Festa del Lavoro – commenta Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato – deve essere un momento per riflettere sul contesto che stiamo attraversando come provincia ma soprattutto come Paese. Le politiche di incentivo al lavoro, e in particolare quelle di lavoro autonomo, devono essere tra i punti fondamentali dell’agenda governativa. Senza occupazione le nostre imprese non possono rimanere competitive sui mercati globali, ma l’aumento del tasso occupazionale passa inevitabilmente da sgravi fiscali e da un alleggerimento della burocrazia per gli imprenditori. Abbiamo il dovere, come associazione, di continuare a percorrere la strada che abbiamo tracciato, quella di sensibilizzare i giovani alla realizzazione concreta delle loro idee imprenditoriali, ma dobbiamo essere supportati a livello politico da misure che vadano davvero nella direzione di agevolare l’ideazione di nuove attività e l’assunzione di personale qualificato che generi continuità nel saper fare artigiano e nella valorizzazione del Made in Italy».