l'appello

La lettera del vescovo di Rimini a Vasco: "sono anni che canto le tue canzoni in spiaggia"

Mons. Nicolò Anselmi chiede al rocker di spronare i ragazzi ad essere sempre generosi verso il prossimo

La lettera del vescovo di Rimini a Vasco: "sono anni che canto le tue canzoni in spiaggia"
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Il vescovo di Rimini ha scritto una lettera, una sorta di appello a Vasco Rossi, per mandare un messaggio importante ai più giovani.

La lettera del vescovo di Rimini a Vasco

MODENA - Domani 2 giugno 2023 Vasco Rossi sarà in concerto a Rimini per la data zero del suo nuovo tour estivo, data che stata aggiunta solo pochi mesi fa dopo che l'intero tour è diventato sold out.

Per l'occasione, il vescovo di Rimini, Mons. Nicolò Anselmi, ha scritto una lettera al rocker per chiedergli di spronare i ragazzi che lo seguono a continuare ad essere generosi verso il prossimo, così come lo sono stati nel corso dell'emergenza alluvione.

Le parole del vescovo

"Caro Vasco,
mi permetto di darti del “tu” perché, pur senza averti mai incontrato personalmente, ti sento quasi come uno di famiglia. Sono anni che, con amici e ragazzi, cantiamo le tue canzoni intorno al fuoco, sulla spiaggia, sotto la luna, fra le tende. Mi chiamo Nicolò, e sono il Vescovo di Rimini. Sono nato a Genova, ho vissuto nel centro storico, e insieme alle tue canzoni spesso le chitarre intonavano le note del concittadino Fabrizio De Andrè. Volevo darti anch’io il benvenuto nella nostra città. Hai scelto di iniziare a Rimini il tuo tour. Migliaia di giovani e adulti ti attendono, alcuni accampati da giorni fuori dallo stadio. Su molti di loro tu eserciti un’influenza potente.

In questi giorni tanti ragazzi e giovani si sono generosamente coinvolti nell’aiutare le popolazioni alluvionate della tua, nostra, regione. Sono venuti da tutt’Italia, tanti anche da Rimini: molti di loro li conosco personalmente. Hanno spalato fango, lavato mobili, distribuito pasti, spostato rottami e detriti. Alla sera erano esausti ma felici; hanno servito, faticato, aiutato, amato chi si trovava in situazioni di grande difficoltà e di lutto. Tutto il mondo ha visto la loro bellezza interiore.

Permettimi ora di dire una “cosa da prete”: questi ragazzi e giovani hanno manifestato la forza e la capacità di amore di Gesù che è dentro di loro, che è dentro tutti, credenti e non credenti, di ogni religione. Se puoi, incoraggiali – magari anche dal fronte del palco del ‘R. Neri’ – a continuare così, a essere generosi sempre, attenti verso chi soffre, verso i malati, verso chi è straniero e fatica a inserirsi, disponibili a tenere compagnia a un anziano, ad aiutare un bambino in difficoltà con lo studio, a stare vicino a chi si sente solo e vuoto.

Se vuoi, invitali a non spegnere mai quel desiderio d’infinito che si trova nel cuore di ogni uomo, lo stesso che abita sulle “Dannate nuvole”. Se puoi, suggerisci loro a non aver paura di una “vita spericolata” e ad “andare al massimo” nell’amore verso gli altri, gli esclusi, i fragili, verso tutti.  Chi vuol “trovare un senso a questa vita” lo può trovare nel rendere felici gli altri. Perché chi dona la sua vita la trova, e c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Grazie di cuore". 

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