L'analisi sulla rinascita dei centri storici dopo il sisma del 2012
Bonaccini: "obiettivo principale costruire come prima e meglio di prima"
L'Associazione nazionale centri storico-artistici ha realizzato un'analisi sulle procedure adottate per ricostruire i centro storici a seguito del sisma del 2012.
L'analisi sulla rinascita dei centri storici dopo il sisma del 2012
MODENA - Una progettazione architettonica e urbanistica in grado di preservare identità storica, culturale e sociale di centri urbani profondamente danneggiati, promuovendone bellezza, qualità, vivacità e dinamismo.
È su questo che punta un’analisi realizzata dall’Associazione nazionale centri storico-artistici (Ancsa), che ha analizzato le procedure effettivamente adottate per ricostruire e rigenerare i centri storici a 11 anni dalle scosse di terremoto che, il 20 e 29 maggio 2012, colpirono l’Emilia.
La presentazione dello studio
L’analisi scientifica, racchiusa nello studio “Il cammino della ricostruzione”, sarà presentata in quattro comuni di tre province colpite: Crevalcore nel bolognese, Finale Emilia e Concordia sul Secchia nel modenese e Reggiolo nel reggiano.
La ricerca (a dieci anni di distanza dalla prima ricerca su “Le forme della ricostruzione”) è stata condotta dall’Ancsa nel 2022 e si è collocata all'interno di un percorso della ricostruzione, a cui non è stata estranea, i cui contesti analizzati, le valutazioni e i progetti tecnici si inquadrano nel processo di scelte e di governo del territorio che hanno preso significato alla luce del quotidiano impegno degli enti locali (Regione, Province e Comuni) realizzati in quegli anni.
Come prima e meglio di prima
“Ricostruire come prima e meglio di prima. Con i centri urbani più sicuri e sostenibili dal punto di vista ambientale – ha evidenziato il presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione 2012, Stefano Bonaccini, presentando la ricerca – è stato uno degli obiettivi principali di una ricostruzione praticamente completata e da più parti definita esemplare. Investire da subito su identità e futuro è quello che ha unito in questi anni istituzioni, cittadini e comunità colpite, sindaci e amministratori locali, tutti impegnati nel far rinascere la nostra terra già durante la fase di emergenza. La salvaguardia di una identità collettiva e di un sistema sociale e produttivo: nel cratere si produceva l'1,9% dell'intero Pil italiano, oggi si è arrivati al 2,4% e oggi ci sono più posti di lavoro e imprese”.