Paolo Mieli parla dell'Eccidio Fonderie Riunite in un programma Rai
Anche quest'anno la tradizionale commemorazione presso il cippo ai caduti in via Ciro Menotti nel quartiere Crocetta
L'appuntamento è fissato per lunedi 13 gennaio 2025.
Eccidio Fonderie
Modena - In occasione del 75° anniversario dell'Eccidio delle Fonderie Riunite di Modena (9 gennaio 1950), la trasmissione Rai "Passato e Presente" propone un approfondimento sul fatto storico che segnò drammaticamente la città di Modena e il mondo del lavoro, lunedì 13 gennaio 2025 alle ore 13.30 su Rai Tre e la sera alle ore 20.30 su Rai Storia (disponibile poi su Raiplay.it).
Intervista alla figlia di Palmiro Togliatti
In studio il noto conduttore televisivo e storico Paolo Mieli dialoga con il professore Lorenzo Bertucelli di Unimore, autore del libro "All'alba della Repubblica. Modena, 9 gennaio 1950. L’eccidio delle Fonderie riunite" (Unicopli, Milano, 2012) e studioso di storia sindacale. Partecipano alla trasmissione anche studenti e giovani ricercatori. Nella trasmissione anche l’intervista a Marisa Malagoli figlia adottiva Palmiro Togliatti e Nilde Iotti e sorella di uno dei sei caduti del 9 gennaio 1950, Arturo Malagoli.
Mostra
La trasmissione televisiva è realizzata anche con il contributo della mostra "9 Gennaio 1950 | La memoria della città" promossa il 9 gennaio 2020 da Cgil Cisl e Uil e dai rispettivi sindacati pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil. Consultabile sul sito: https://9gennaiomodena.it/.
Il 9 gennaio la commemorazione
Tradizionale commemorazione di Cgil Cisl Uil giovedì 9 gennaio 2025 del 75° anniversario dell’eccidio delle Fonderie Riunite di Modena, dove settantacinque anni fa, il 9 gennaio 1950, la polizia uccise 6 operai durante la manifestazione per la riapertura della fabbrica.
L’appuntamento è alle ore 9.30 presso il cippo ai caduti delle ex Fonderie in zona Crocetta (cavalca ferrovia via C.Menotti/via Santa Caterina).
Corone di alloro
I segretari di Cgil Cisl Uil Daniele Dieci, Rosamaria Papaleo e Roberto Rinaldi, unitamente alle Autorità cittadine, deporranno corone di alloro in memoria dei 6 operai - Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli e Roberto Rovatti - che morirono sotto i colpi della polizia durante lo sciopero generale proclamato dalla Camera confederale del Lavoro per chiedere la riapertura della fabbrica, contro la serrata e i licenziamenti massicci decisi dalla direzione delle Fonderie.
I fatti del 9 gennaio 1950 per la loro drammaticità segnano il culmine di un clima conflittuale nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro in provincia di Modena e in tutto il paese nel primo decennio del dopoguerra.
Morti sei lavoratori e oltre 200 feriti
L’eccidio dei 6 lavoratori e il ferimento di altri 200 (molti dei quali per paura di essere fermati non si presentarono agli ospedali) segna la sproporzione tra la brutale repressione e la richiesta di libertà e democrazia avanzata a gran voce dalle lavoratrici e dai lavoratori modenesi.
Anche con il sacrificio di quelle vite umane e con quella dura stagione di lotte per i diritti, si avviò il difficile cammino della costruzione della democrazia industriale e del civile convivere democratico nella nostra provincia.