Sanità

Policlinico e Baggiovara in prima linea contro l'insorgere di epatiti

Sono migliaia le persone seguite in tutto il modenese mentre prosegue a pieno ritmo lo screening

Policlinico e Baggiovara in prima linea contro l'insorgere di epatiti
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Un’attività molto complessa con una grande regia: è quella che quotidianamente a Modena viene condotta per prevenire e, quando serve, contrastare l’insorgere di epatiti.

Policlinico e Baggiovara in prima linea contro l'insorgere epatiti

MODENA - Venerdì 28 luglio, ricorre la Giornata Mondiale indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): la data non è casuale in quanto in tale giorno del 1925 nacque Baruch Blumberg, il biochimico statunitense insignito del  premio Nobel per aver scoperto nel 1967 il virus dell’Epatite B e sviluppato il primo vaccino.

L’occasione si presta dunque per fare il quadro di quanto viene svolto oggi a livello ospedaliero in ambito cittadino, dove sia il Policlinico che l’Ospedale Civile di Baggiovara sono direttamente impegnati sia in ambito diagnostico che di cura. L'Azienda USL si occupa invece delle campagne di screening, sia sulla popolazione che su particolari categorie di cittadini che ha raggiunto oltre i 30 mila contatti.

Ogni anno si effettuano circa 4 mila visite

L’Unità Operativa di Medicina Interna del Policlinico ospita un ambulatorio delle epatiti che effettua circa 4mila visite ogni anno. Nel 2022 sono stati seguiti 745 pazienti con epatite C trattati con antivirali diretti e sono stati presi in carico 525 diagnosi da epatite B. Attualmente per epatite B sono in terapia 172 casi e 353 sono in follow-up. Sempre al 2022 sono stati registrati 450 casi di cirrosi, 240 di epatiti da steatosi, 195 a genesi autoimmune e 140 da malattie da accumulo.

La Medicina Interna a indirizzo Metabolico Nutrizionale dell’Ospedale Civile di Baggiovara segue in un anno circa 500 pazienti affetti da epatopatia cronica HBV-relata di cui 160 cirrotici, altri 60 affetti da epatopatia delta di cui la metà cirrotici e circa 1500 persone con pregressa infezione da epatite C, di cui una ventina guariti dal 2019 ad oggi.

Alla Clinica di Malattie Infettive si rivolgono circa 400 pazienti con epatite cronica HBV, dal portatore inattivo che esegue controlli una volta all’anno, al paziente in trattamento cronico e prolungato con analoghi nucleot(s)idici. Infine, per quanto riguarda la Gastroenterologia, nel biennio 2018-2019 sono stati trattati oltre 400 pazienti HCV+ con farmaci ad azione antivirale diretta (DAAs), con una forte attrattività infra ed extraregionale

Professore Abbati: Attenti all'uso di integratori

Gianluca Abbati, Medico Medicina Interna, si occupa da oltre 50 anni di malattie del fegato: sia dal punto di vista clinico che di ricerca, quest'ultima attraverso l'attività del Centro di Medicina Genomica e Malattie Rare “Mario Coppo”.

Professor Abbati, se si dovesse rivolgere ad un profano, che cosa è l'epatite?

L'epatite è una infiammazione del fegato. La caratteristica di questa malattia è quella di non manifestare sintomi e quindi, nella maggior parte dei casi, non si manifesta fino alla fase avanzata della malattia come la cirrosi epatica. Quindi le epatiti sono particolarmente insidiose perchè se non si fanno gli esami specifici in tempo utile non è possibile una diagnosi

Il primo esame da guardare è il valore della transaminasi: se esse sono alterate vuol dire che esiste una causa e la causa va stabilita.

"Nel nostro Centro si fa una attivitò di screening. La prima cosa che osserviamo è quella di vedere se hanno la transiminasi alterate e iniziamo a fare una serie di esami che servono ad escludere l'eziologie più frequenti l'epatite B, l'epatite C e la steatosi cioè l'accumulo di grasso nel fegato. Esistono poi altre malattie più rare come le malattie autoimmuni, le malattie di accumulo di metalli come ferro e rame e, ultimamente, è in grande crescita, il numero di epatiti dovute a farmaci,ma in modo particolare, a prodotti di erboristeria, integratori alimentari e quindi medicine non convezionali. Non tutti sanno che questi prodotti sono tossici e, anche se pensano che sono naturali, nella realtà la prevalenza di questo fenomeno è molto elevata tanto che si calcola che negli Stati Uniti l'elevazione delle trasiminasi è dovuta al consumo di questi prodotti".

(Dichiarazione raccolta da Tito Taddei)

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