sanità

Tumore al seno, la Journal of Clinical Oncology pubblica lo studio sulla terapia sviluppato a Modena e Bologna

Si tratta dello studio su questo argomento che ha coinvolto il maggior numero di pazienti a livello mondiale

Tumore al seno, la Journal of Clinical Oncology pubblica lo studio sulla terapia sviluppato a Modena e Bologna
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La Journal of Clinical Oncology, una delle riviste più importante nel settore medico e oncologico ha pubblicato uno studio sviluppato dall'Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena e dall'Azienda Usl di Bologna su un nuovo trattamento per il tumore al seno.

Lo studio sulla terapia del tumore al seno sviluppato a Modena e Bologna

MODENA - Modena e Bologna sono impegnati in prima linea nella ricerca di nuove terapie per combattere il tumore della mammella, tramite l’irradiazione parziale accelerata, delle pazienti già sottoposte a intervento di chirurgia conservativa.

Lo studio, iniziato nel 2007, è coordinato da Giovanni Frezza, direttore del Dipartimento Oncologico e della Radioterapia dell’Azienda USL di Bologna e Bruno Meduri, oncologo radioterapista della Radioterapia Oncologica del Policlinico di Modena, e diretta dal prof. Frank Lohr. Il lavoro ha poi coinvolto 35 centri a livello nazionale ed internazionale.

L'approccio innovativo

Come ha spiegato Bruno Meduri,

“Lo studio ha valutato un innovativo approccio di irradiazione parziale della mammella con radioterapia a fasci esterni, arruolando più di 3.000 pazienti tra Italia, Olanda, Israele, Svizzera e Spagna, un quarto delle quali, 750, tra le donne in cura presso l’Azienda Usl di Bologna.

Il trattamento solo di una parte della mammella in un modo accelerato consente di ridurre notevolmente la durata complessiva della radioterapia a soli 5 giorni.

Si tratta dello studio su questo argomento che ha coinvolto il maggior numero di pazienti a livello mondiale”.

Riduzione del periodo di trattamento

L'obiettivo dello studio, conferma anche Giovanni Frezza,

"è la possibilità di ridurre in maniera significativa la durata del trattamento, che negli schemi standard è di 3-5 settimane, senza comprometterne l’efficacia. I nostri risultati iniziali sono incoraggianti e, insieme con quelli di altri studi ad ampio raggio renderanno il trattamento meno impegnativo per una parte delle pazienti, circa il 40% delle donne sottoposte a chirurgia conservativa, e permetteranno di aumentare il numero delle pazienti trattate nello stesso arco di tempo".

La prima parte della ricerca

Il direttore della ricerca ha spiegato che

"Lo studio è nato con l’obiettivo di valutare l’efficacia clinica della irradiazione parziale dell’area della mammella in cui il chirurgo ha asportato la neoformazione, su un gruppo di pazienti selezionate in base a una serie di parametri clinici ben definiti. Siccome la tossicità dei trattamenti radioterapici è rilevabile in tempi brevi, abbiamo intanto potuto pubblicare gli esiti della prima parte della ricerca, che ha dimostrato che per entrambi i tipi di trattamento si manifestano pochi effetti collaterali. L’efficacia, delle pratiche radioterapiche sul tumore, invece, può essere valutata solo dopo 4-5 anni dalla somministrazione e per questo motivo, i dati di controllo della malattia sono disponibili da quest’anno e potranno essere pubblicati solo a partire dall’anno prossimo. Dopo una discussione all’interno del gruppo di ricerca regionale, saranno pubblicati nel 2023".

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