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19enne indiana fuggita dal matrimonio forzato: adesso si trova in un centro di protezione

Segregata in casa dall'intera famiglia, era sottoposta a continue violenze e umiliazioni

19enne indiana fuggita dal matrimonio forzato: adesso si trova in un centro di protezione
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Dopo momenti di forte tensione, la 19enne di origine indiana che ha deciso di denunciare i genitori per maltrattamenti e costrizione al matrimonio, si trova finalmente al sicuro in una struttura protetta.

19enne indiana fuggita dal matrimonio forzato

MODENA - Nella giornata di ieri è stata portata in una struttura protetta, dove non è dato saperlo, proprio per tutelare la sua incolumità dal momento che la famiglia la sta cercando. 

E' quanto è successo a una ragazza residente in un comune dell'Appennino modenese, in questi giorni molto provata e spaventata in seguito alla denuncia fatta alla famiglia che voleva costringerla a sposare uno sconosciuto.

Aveva paura di "fare la fine di Saman"

La ragazza, avvolta dalla disperazione, ha contattato sul web l'avvocata che si occupa del caso di Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa dalla sua famiglia per le stesse ragioni a Novellara due anni fa.

Le ha raccontato che la famiglia la teneva segregata in casa da mesi, sottoponendola a continue vessazioni e maltrattamenti, e in lacrime le ha chiesto aiuto proprio perché aveva paura di "fare la stessa fine di Saman".

L'amore che l'ha salvata

Secondo il racconto dell'avvocata, la ragazza ha trovato la forza di denunciare la famiglia grazie all'amore nato nei confronti di un suo coetaneo, con cui condivide anche cultura e religione. Quando suo padre è venuto a sapere della relazione, l'ha presa a calci e ha minacciato di tagliarle la gola. 

Ma anche le donne della famiglia - madre e nonna - non erano dolci con lei: la facevano uscire soltanto per andare a scuola, perché dopo aver preso il diploma si sarebbe svolto in India il matrimonio con l'uomo che la famiglia aveva pensato per lei.

La questione, dunque, non è la relazione con questo ragazzo, quanto piuttosto la volontà di reprimere l'autodeterminazione della ragazza.

Segregata in casa senza cibo

Al culmine delle violenze, la 19enne in lacrime si è sfogata a scuola con gli insegnanti, raccontando di essere rimasta chiusa in casa per due giorni senza mangiare nulla. I famigliari le avrebbero dato da bere del latte dal sapore molto strano, poi si è addormentata, e a risveglio aveva mal di testa.

Spaventata, ha deciso allora di confidarsi e cercare aiuto, perché trovandosi in Italia da pochi anni, non ha altri riferimenti oltre a quegli stessi famigliari che le stanno facendo vivere un incubo.

L'allarme dalla scuola

Gli insegnanti hanno subito dato l'allarme, ma le istituzioni non davano risposte e sembrava non esserci neppure una struttura sicura che la prendesse in carico, così la prima notte l'ha passata a casa della preside. 

"mi sarei aspettata che lo Stato rispondesse, invece non c'era nessuna possibilità di collocamento in protezione, se non metterla da sola in un b&b e se volevo avrei potuto dormire io con lei", aveva dichiarato all'Ansa la Iannuccelli a ridosso della denuncia. 

Trovata una struttura

Nella giornata di ieri, però, la buona notizia: finalmente qualcosa si è mosso e la ragazza è stata affidata ad un centro di protezione.

"Oggi è andata bene, abbiamo chiuso la fase di messa in sicurezza: ora siamo concentrati sul fronte della giustizia. Il caso di Saman Abbas forse ha insegnato qualcosa, abbiamo fatto un passo avanti". 

Il caso adesso è stato affidato alla Procura di Modena e non è dato sapere se al momento sono state disposte misure cautelari per i suoi famigliari.

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