Don Mattia Ferrari, il "pescatore di uomini" oggi è minacciato dalla mafia libica
Si è imbarcato per salvare vite in mare e oggi ne sta subendo le conseguenze
Si è celebrata ieri, 3 ottobre 2022, la Giornata della Memoria e dell'Accoglienza, una data simbolica in ricordo del naufragio nel quale 9 anni fa, al largo di Lampedusa, persero la vita 368 persone. Un episodio drammatico, ma non isolato.
Don Mattia Ferrari, il "pescatore di uomini"
MODENA - Dare concretezza al principio evangelico dell'accoglienza è la vocazione di don Mattia Ferrari, il sacerdote modenese di 28 anni, cappellano della ONG Mediterranea - Saving Humans. Si è imbarcato sul Mar Ionio per soccorrere i migranti dispersi in mare. "Non si tratta semplicemente di compiere un'opera umanitaria, per quanto fondamentale, ma si tratta di ricostruire una fraternità che si è rotta", afferma.
La posizione dell'Europa
Tante le emozioni che si incrociano nei soccorsi in mare: la gioia di salvare vite, il dolore per chi non ce la fa e, soprattutto, l'amarezza per chi viene rispedito in Libia. "E' capitato anche a me personalmente di dover essere testimone oculari dei respingimenti e del ruolo di Frontex - racconta. - Significa di un'agenzia della nostra Europa che anziché accogliere le persone ne ha favorito il respingimento nei lager da cui scappano. Questa è una ferita al cuore enorme, perché vedi la tua Europa comportarsi in questo modo e, al tempo stesso, vedi anche il riscatto della nostra umanità e della società civile e europea quando vedi i salvataggi".
Don Mattia oggi è minacciato dalla mafia libica
Ora per don Mattia le missioni sono sospese, è sotto minaccia della mafia libica per il suo impegno nel raccontare quelli che l'uomo ha definito gli "orrori indicibili" dei centri di detenzione. Tra le vittime anche il giovane Sami, a cui ha impartito a distanza l'estrema unzione: "E' apparso davanti ai miei occhi attraverso lo schermo del cellulare questo ragazzo di 30 anni, scarnificato, con gli occhi fuori dalle orbite e senza più un muscolo praticamente, e che parlava con un filo di voce... e appunto ha chiesto di ricevere la benedizione prima che la sua vita si spegnesse".
L'appello
Aprire i canali legali per arrivare in Europa, l'unico modo per salvare queste vite, è l'appello di don Mattia: "Ci sono migliaia di persone che sono detenute nei lager libici dove subiscono orrori indicibili, dove persino i bambini vengono stuprati. Noi chiediamo che vengano riconosciuti nella loro dignità di persone e vengano riconosciuti nella loro identità vera di nostri fratelli e sorelle".