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Dopo l'adunata di Rimini alpini al contrattacco: presentate 4 querele "Contro chi ci ha diffamati"

Sui social erano state tante le segnalazioni ma finora solo una ragazza ha sporto denuncia. Ora si passa alle vie legali: «Offeso tutto il corpo».

Dopo l'adunata di Rimini alpini al contrattacco: presentate 4 querele "Contro chi ci ha diffamati"
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Dopo la bufera che si è scatenata durante l'adunata nazionale del maggio scorso a Rimini, l'Ana, l'Associazione nazionale degli Alpini, ha deciso di passare al contrattacco contro chi ritiene abbia diffamato il corpo.

Piovono querele

Ha deciso quindi di passare a vie legali querelando quattro persone. Si tratta di un politico, un giornalista e due soggetti "che hanno offeso il corpo e l'associazione, rappresentando tutti gli alpini come ubriaconi e molestatori", dichiara Massimo Cortesi, portavoce di Ana,  l'Associazione nazionale degli Alpini, e aggiunge: "A due il provvedimento è già stato notificato, agli altri arriverà a giorni. Siamo solo all'inizio".

Presentata (e archiviata) una sola denuncia

Per quanto riguarda la vicenda legale, nei giorni dell'adunata le segnalazioni e le denunce via social erano state centinaia ma di fatto ad oggi ha sporto formalmente denuncia solo una ragazza di 26 anni, che ha affermato che il 7 maggio scorso di essere stata accerchiata e strattonata da tre uomini di mezza età con la piuma nera sul cappello nei pressi di piazzale Fellini. La Procura di Rimini ha aperto l'indagine, ha visionato i filmati della zona ma alla fine il caso è stato archiviato "per l'impossibilità di identificare i molestatori".

L'amarezza per la vicenda del presidente dell'Ana

I legali dell'Ana stanno valutando anche la posizione dell'associazione femminista "Non una di meno", la prima a segnalare online le presunte molestie. Per il presidente dell'Ana Sebastiano Favero "resta una grande amarezza per la vicenda". E spiega: "Avevamo invitato tutti alla prudenza dopo le prime segnalazioni di presunte molestie a Rimini. Purtroppo c'è chi ha generalizzato offendendo e condannando l'intero corpo degli Alpini per i comportamenti di alcuni. Comportamenti che, va sottolineato, sono tutti ancora da accertare".

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