Il Tar del Lazio respinge il ricorso del comune di San Felice sul Panaro
Il sindaco di San Felice sul Panaro Michele Goldoni non esclude "il ricorso al Consiglio di Stato"

Il Tribunale Amministrativo del Lazio (Sezione Terza Ter) ha respinto il ricorso del Comune di San Felice sul Panaro, in relazione alla vicenda del presunto artato frazionamento dei campi di fotovoltaico di proprietà del Comune. La sentenza è arrivata nei giorni scorsi in municipio a San Felice.
Il Tar respinge il ricorso del comune di San Felice
SAN FELICE SUL PANARO - Come si ricorderà lo scorso 11 giugno il sindaco Michele Goldoni, accompagnato dai legali del Comune, si era recato personalmente a Roma per assistere all’udienza. Il Comune di San Felice aveva presentato ricorso al Tar in seguito al provvedimento di rideterminazione della tariffa incentivante riconosciuta al Comune da parte del Gestore dei servizi energetici (GSE) per il presunto “artato frazionamento” di tre campi fotovoltaici realizzati nel 2011 e denominati Lavacchi 1, 2 e 3 della potenza di 1 MW ciascuno.
Irregolarità
Il GSE avrebbe accertato tale irregolarità in seguito ai sopralluoghi effettuati nel 2017, il cui procedimento amministrativo si è concluso solo nel 2023, quando il provvedimento conclusivo di rideterminazione della tariffa è stato trasmesso al Comune.
Non unico impianto ma tre
In pratica il Gestore dei servizi energetici sostiene che i tre campi, al momento della loro realizzazione, avrebbero dovuto essere censiti come un solo campo di potenza pari a 3 MW e non come tre di potenza di 1 MW ciascuno. Questo presunto illecito avrebbe consentito al Comune di ricevere maggiori introiti rispetto a quanto previsto per un unico impianto di potenza pari a 3 MW.
Non escluso il ricorso
«Dopo la sentenza del Tar, stiamo valutando il da farsi con i nostri legali – ha dichiarato il sindaco Michele Goldoni – come il ricorso al Consiglio di Stato». Se prevarrà la tesi del GSE, il Comune dovrà restituire il sovrappiù di incentivazione ottenuto in passato e vedrà rimodulata la tariffa per una cifra complessiva che si aggira sui due milioni di euro.