La Corte dei Conti approva l'operato del Comune sulla farmacia di Rivara
Ora il Comune entro nove mesi dovrà decidere se venderla oppure dargli un nuovo assetto

Lo scorso 27 marzo il Comune di San Felice sul Panaro ha ricevuto la risposta dellaCorte dei Conti dell’Emilia-Romagna al parere che era stato richiesto in relazione alla farmacia comunale di Rivara che è un’azienda partecipata del Comune.
Il parere
SAN FELICE SUL PANARO - La Corte dei Conti ha concluso il suo articolato parere sostenendo: “In conclusione, va ritenuto che, in ragione del principio di legalità finanziaria e per esigenze generali di tutela dell’equilibrio del bilancio dell’ente locale, anche con riguardo (genericamente) all’azienda speciale, la sussistenza di una o più condizioni previste dalla legge Madia del settembre 2016 comporta l’obbligo di adottare un piano di riassetto per la razionalizzazione, fusione o soppressione, anche mediante messa in liquidazione o cessione dell’Ente strumentale, anche tenendo conto delle condizioni di mercato e della coerenza dei criteri concorrenziali che devono essere correlati all’affidamento del servizio”.
Non più ammissibile
In sintesi quindi per la Conte dei Conti, l’attuale assetto della farmacia comunale non è più ammissibile, confermando quanto sostenuto nella relazione del nuovo amministratore unico della farmacia, che aveva evidenziato problematiche di natura giuridica e amministrativa rispetto alla legge Madia, ritenute da sanare.
La decisione
Dopo aver ricevuto il parere dell’Amministratore unico, il Consiglio comunale ha approvato lo scorso 23 dicembre il piano di razionalizzazione delle società partecipate, previsto dalla legge Madia, includendo anche l’azienda speciale. In seguito l’Amministrazione comunale ha presentato una richiesta di parere alla Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna in merito all’obbligatorietà dell’applicazione della legge Madia alla farmacia comunale. L’Amministrazione si trova ora a dover scegliere se vendere la farmacia, come indicato dall’amministratore unico, o proseguire con una rimodulazione della forma di gestione del servizio, da studiare nel dettaglio adeguandosi alla normativa. Entro nove mesi saranno da individuare le possibili forme di gestione, alternative all’attuale e conformi alla legge Madia, avendo sempre come principio fondamentale la tutela della salute dei cittadini.