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Modena, il Monastero di San Pietro chiude: gli appelli per salvarlo

Una brutta notizia per i cittadini legati al monastero, ma anche per la storia e il patrimonio artistico e immobiliare della città stessa

Modena, il Monastero di San Pietro chiude: gli appelli per salvarlo
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Il Monastero di San Pietro chiude

MODENA - Una brutta notizia per Modena e la sua storia: il Monastero benedettino San Pietro verrà chiuso, dopo la rinuncia all'incarico da parte del priore dom Stefano De Pascalis.

Non si conoscono ancora i dettagli sulla vicenda e la curia non lascia dichiarazioni, ma la situazione sembra essere questa.

L'inchiesta

Una notizia che arriva insieme ad un'inchiesta giudiziaria complessa, che ha come oggetto un'eredità di circa quattro milioni lasciata alla parrocchia da una cittadina modenese. Sembra, infatti, che dom De Pascalis non abbia rispettato la volontà della signora e li abbia spostati su altri conti correnti.

Sono 5 gli indagati che il 15 maggio saranno chiamati in tribunale per fare chiarezza.

Gli appelli

Una notizia, quella della chiusura, che ha sorpreso i cittadini per l'importanza che il Monastero riveste nella storia e nella cultura modenese. Nonostante, infatti, l'edificio abbia alternato momenti buoni a periodi di crisi, ha fatto sì che si radicasse in città la presenza dei monaci ed è sempre stato un punto di riferimento per tutti i credenti.

Il messaggio del Centro Studi dell’Abbazia dei Padri Benedettini

Così tanti sono stati i messaggi di appello per fermare questa decisione. Anche il Centro Studi dell’Abbazia dei Padri Benedettini di San Pietro, fortemente voluto all’indomani del sisma del 2012 dal Priore De Pascalis

"ha inteso imprimere nuovo slancio alla Comunità stessa attraverso il recupero della straordinaria storia e cultura che l’hanno caratterizzata nei secoli passati, che hanno reso San Pietro uno dei centri più attivi della comunità benedettina, luogo di studi, di valorizzazione dei beni culturali e splendido luogo di fede. Uomini d’arte e di lettere come Antonio Begarelli, Benedetto Bacchini, Mauro Alessandro Lazarelli hanno lasciato qui tracce indelebili, sopravvissute persino alla bufera napoleonica e alle soppressioni postunitarie".

Una perdita insanabile

 "I Benedettini, come tutti sanno, da mille anni sono presenti nella nostra città, a parte alcuni intervalli, e il loro abbandono costituirebbe una perdita insanabile, che la svuoterebbe ancora di più. Sarebbe un’irreparabile ferita sotto l’aspetto della cura e della conservazione del patrimonio che essa ha saputo produrre nei secoli passati, così come negli anni più vicini a noi. Perché dentro le mura di San Pietro si è sedimentata un’eredità materiale e spirituale fatta di arte, scritture, memorie archivistiche, competenze e relazioni che hanno unito la città all’Italia, non solo benedettina, nella ricerca di un pubblico ampio, non di soli specialisti". 

Cosa accadrà?

Nonostante, però, la fiducia dei cittadini nella chiesa non sembrano esserci speranze. Sono tanti quindi i dubbi e le domande che sorgono: cosa accadrà davvero? La struttura verrà chiusa totalmente oppure verrà solo destinata alle funzioni religiose? Anche in questo caso non sarebbe comunque la stessa cosa, perché si andrebbero a perdere tutte quelle attività legate al Monastero.

Per non parlare poi dell'aspetto del patrimonio artistico e immobiliare: un monastero vuoto significherebbe perdere punti anche dal punto di vista culturale e turistico, visto che negli ultimi anni è stato sempre più aperto al pubblico.

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