si ritorna sul caso

Rivolta in carcere, la Cedu comunica il ricorso al Governo per la morte di Chouchane Hafedh

I fatti risalgono a marzo 2020, quando decine di carceri italiane vennero colpite da rivolte e sommosse, compreso il Sant'Anna di Modena

Rivolta in carcere, la Cedu comunica il ricorso al Governo per la morte di Chouchane Hafedh
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A seguito della rivolta scoppiata nel carcere di Modena a marzo 2020 e della conseguente morte di alcuni detenuti, la famiglia di una delle vittime, Chouchane Hafedh, ha presento richiesta di ricorso ed oggi la Corte europea dei diritti dell'uomo ha superato il primo vaglio.

Rivolta in carcere

MODENA - L’8 e il 9 marzo 2020, mentre il lockdown chiudeva l’intero paese, decine di carceri furono devastate da rivolte e sommosse. Al Sant’Anna di Modena i detenuti assaltarono la farmacia e rubarono litri di metadone e psicofarmaci in quantità, e nel corso della ribellione 8 detenuti persero la vita.

L'archiviazione

Il caso era stato aperto e chiuso contro ignoti e per i reati di omicidio colposo e morte come conseguenza di altro delitto. Il giudice per le indagini preliminari Andrea Salvatore Romito aveva accolto la richiesta di archiviazione delle indagini presentata dalla procura di Modena, respingendo o dichiarando non ammissibili le opposizioni degli avvocati delle persone offese.

Il ricorso

Oggi però la Cedu ha comunicato al governo italiano il ricorso e che si è aperta la fase di pre-contenzioso, che si concluderà il 21 dicembre. La famiglia di Chouchane assistita in questa iniziativa dall’avvocato Luca Sebastiani e dalla professoressa Barbara Randazzo. Tutto nasce dall’archiviazione a Modena del fascicolo penale – che ipotizzava l’omicidio colposo e morte e lesioni come conseguenza di altro delitto – dopo che le autopsie avevano rilevato in overdose da metadone e psicofarmaci le cause delle morti. Nel frattempo a Modena sono state aperte altre inchieste, dopo esposti di detenuti, anche per il reato di tortura.

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