Scappa dall'Ucraina e partorisce a Sassuolo: "Per settimane nascosta in uno scantinato mangiando una volta al giorno"
Mercoledì è nata la piccola Nicol: pesa tre chili e mezzo ed è in perfetta salute...
La guerra è anche questo. E' la paura, anzi, il terrore delle bombe, degli allarmi che suonano in continuazione, dei coprifuoco... Sentimenti che, inevitabilmente, diventano ancora più impattanti se, ed è il caso che vi raccontiamo, il protagonista della vicenda è una donna incinta al nono mese. Ecco l'odissea di una mamma che è riuscita a dare la luce alla sua adorata figlia a Sassuolo, a migliaia di chilometri di distanza dalla sua casa.
Scappa dall'Ucraina e partorisce a Sassuolo
Mariupol era la sua città. La sua casa. Poi è iniziata la guerra, l'offensiva russa. Sono arrivate le bombe, il terrore ha preso il sopravvento. E da quel giorno non è più stato un vivere, ma un "sopravvivere". Per tutti gli abitanti di Mariupol e soprattutto per Yana, all'epoca dell'inizio dell'avanzata russa, incinta al nono mese. La 31enne, temendo di morire, ha iniziato come tanti altri concittadini, a nascondersi. Ha trovato riparo per settimane in uno scantinato. E intanto la paura cresceva, il timore di non farcela, e il terrore di perdere la propria figlia. Una storia drammatica quella di Yana, che però, per fortuna ha un lieto fine.
"Per settimane nascosta in uno scantinato mangiando una volta al giorno"
La donna non ha mai perso la speranza. E fondamentale in questa vicenda, è stata la mediazione della sorella, Karyna, da anni residente a Sassuolo. Non avendo più notizie ha temuto il peggio. Ma proprio quando si erano quasi perse le speranze il fratello è riuscito a raggiungere il confine, si è messo in contatto con il fratello, ha sfruttato uno dei corridoi umanitari e ha lasciato l'Ucraina. E' salita su un treno che da Cracovia l'ha portata a Vienna. Lì c'erano i suoi famigliari. Una vera e propria odissea quella di Yana, che però, una volta arrivata a Sassuolo, curata dai sanitari italiani e dagli abbracci dei famigliari, ha potuto dare alla luce la sua amata figlia.
Benvenuta Nicol
Inizialmente avevano pensato di chiamarla Victoria. Perché di vittoria, in effetti, si tratta. Una vittoria della vita contro gli orrori della guerra. Ma poi il nonno ha avuto un'intuizione. Un'idea che ha voluto condividere con la mamma della bimba. Perché chiamarla Victoria? Perché tenere traccia con un nome di questa guerra senza senso? E allora la mamma ha deciso di cambiare nome, ha optato per Nicol, per tenere il più lontano possibile ogni riferimento alla guerra che si sta ancora combattendo nella sua amata patria.