Sequestrati a due fratelli imprenditori beni per oltre 700 mila euro
Sono accusati di bancarotta e autoriciclaggio. I due uomini sono proprietari di una impresa edile
La Guardia di Finanza di Modena lo scorso 24 ottobre 2023 ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 700 mila euro emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di una società e di due fratelli imprenditori residenti a Castelfranco Emilia.
Un sequestro preventivo di 700 mila euro
CASTELFRANCO EMILIA - Risiedono a Castelfranco Emilia i due fratelli imprenditori cui la Guardia di Finanza di Modena ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 700 mila euro emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Sono accusati di bancarotta fraudolenta ed autoriciclaggio.
Un'articolata indagine
Il provvedimento cautelare reale è stato emesso nella fase delle indagini preliminari a seguito di una articolata indagine delegata da questa Procura della Repubblica e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena, al termine della quale è emerso che i due fratelli, amministratori di un’impresa operante nel settore dell’edilizia, all’epoca dei fatti prossima al fallimento, avevano sottratto dal patrimonio societario, in danno dei creditori, tre villette ubicate a Zocca e un ampio terreno edificabile a Nonantola.
Diverse cessioni
Gli immobili, secondo quanto si è appreso, erano oggetto di una pluralità di cessioni tra società sempre riconducibili agli indagati, in quanto formalmente intestate a familiari o prestanome, che indicavano negli atti notarili di compravendita il pagamento mediante assegni, per importi di centinaia di migliaia di euro, che, però, non venivano posti all’incasso né, peraltro, avrebbero potuto esserlo in quanto tratti su conti correnti con disponibilità reali di poche migliaia di euro.
I ripetuti passaggi, solo “sulla carta”, degli immobili permettevano di ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa degli stessi prima che venissero convertiti in liquidità a seguito della cessione a terzi.
Somme in denaro per oltre 260 mila euro
Le somme ricavate dalla vendita dei beni distratti dalla società fallita sono state ritenute il profitto delle vicende di bancarotta contestati e, nello stesso tempo, il provento dei reati di “autoriciclaggio”, in relazione al quale il Giudice delle indagini preliminari Tribunale di Modena, condividendo le motivazioni poste dalla Procura, ha disposto la misura cautelare reale con riferimento a somme di denaro per oltre 260.000 euro nonché a un immobile del valore di oltre 450.000 euro, nel comune di Nonantola.