Export Modena: lieve flessione nel primo trimestre 2023
Il calo nei primi tre mesi del 2023 è pari ad una variazione congiunturale del -2,5%.
Dai dati Istat del primo trimestre 2023 emerge una lieve flessione per l'export modenese rispetto agli ultimi tre mesi del 2022. Positivo invece il dato rispetto al confronto annuale.
Export: lieve flessione nel primo trimestre 2023
MODENA - Istat ha diramato i dati sull’interscambio commerciale verso l’estero delle province italiane: l’elaborazione del Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena mostra una flessione nell’export modenese che passa da 4.584 milioni di euro nel quarto trimestre del 2022 a 4.472 milioni nei primi tre mesi del 2023, pari ad una variazione congiunturale del -2,5%.
Solo il confronto annuale risulta positivo
Il confronto annuale risulta invece positivo, con una crescita del 7,6% rispetto al primo trimestre del 2022, corrispondente a 318 milioni di euro in più. L’incremento regionale risulta più contenuto (+4,5%), mentre quello nazionale registra un trend migliore (+9,8%). L’andamento delle province emiliano-romagnole è molto variegato: alcune presentano crescita a due cifre come Piacenza (+21,0%) e Bologna (+12,9%), mentre vi sono perdite cospicue a Parma (-20,1%) e Ferrara (-10,6%).
Modena è ora in nona posizione tra le province italiane per vendite commercio estero
Risulta piuttosto stabile la top ten delle province italiane per ammontare di export, con al primo posto sempre Milano (+14,5%), l’unica variazione di rilievo è il nuovo ingresso di Ascoli Piceno in settima posizione che fa scendere Modena in nona posizione.
L’andamento tendenziale dei settori merceologici è molto disomogeneo: in evidenza il crollo delle vendite all’estero di tessile abbigliamento (-32,9%), in tal modo la quota del settore sull’export totale provinciale diviene pari al 3,4% e si avvicina a quella del biomedicale, che grazie ad una crescita del 29,0% arriva al 3,0% delle esportazioni modenesi. Molto buono anche il trend delle macchine e apparecchi meccanici (+18,3%), seguito a distanza dall’agroalimentare (+12,0%) e dai mezzi di trasporto (+9,8%). La ceramica risulta invece in calo (-9,9%).
Meno Europa e più Africa del Nord e America Centro Sud
Tra le aree geografiche, rallenta la locomotiva dell’Unione Europea, con i 14 Paesi storici che crescono solamente del 3,2%, mentre sono addirittura in calo gli ultimi 13 Paesi entrati nell’Unione (-2,5%); invece, dopo diversi periodi di crescita bassa, prendono quota i Paesi europei non appartenenti alla UE (+11,2%).
Anche se i quantitativi assoluti sono piuttosto esigui (2,0% del totale export) risulta eccezionale la crescita dei Paesi dell’Africa del Nord (+44,6%), seguiti a distanza dall’America Centro Sud (+17,4%) e dal Canada e Groenlandia (+16,4%). Buono anche il flusso di export verso l’Oceania (+13,2%), mentre risultano più contenuti gli incrementi verso il Medio Oriente (+7,7%) e l’Africa Centro Sud (+2,4%). In diminuzione l’Asia (-5,1%) trascinata al ribasso dalla Cina e dal Giappone.
Gli Stati Uniti rimangono al primo posto della classifica dei primi dieci Paesi per valore di export grazie anche ad un notevole incremento tendenziale (+31,6%), buona anche la crescita della Svizzera (+15,0%), che guadagna 3 posizioni, infine significative anche le variazioni di Paesi Bassi (+12,4%), Francia (+10,2%) e Regno Unito (+9,3%).
La crisi tedesca incide nelle nostre vendite
La recessione tecnica della Germania comincia a palesarsi anche nell’acquisto di prodotti modenesi (-1,5%), ma rimane comunque il secondo partner commerciale della provincia, altre diminuzioni sensibili sono date dal Giappone (-11,6%) e ancor più dalla Cina (-31,4%) che perde così tre posizioni in classifica.
L’intera analisi è stata effettuata a prezzi correnti, cioè influenzati dall’incremento dei prezzi, che negli ultimi due anni sono cresciuti notevolmente. La serie storica delle esportazioni trimestrali ricalcolata deflazionando gli importi, mostra come il picco di export della provincia sia stato raggiunto nel secondo trimestre del 2022 con un ammontare di 3.837 milioni di euro, per poi scendere nei trimestri successivi fino a 3.503 milioni nel primo trimestre del 2023, che mostra una variazione tendenziale pari a -1,0%.