Sono poche le donne al comando di imprese del comparto automotive
Nella provincia di Modena, le realtà del comparto automotive sono complessivamente 1.897: di queste, 131 imprese sono a guida femminile, pari al 6,9% del settore
Poche ma presenti, le donne nel mondo dei motori potrebbero essere più di quanto pensiamo. In occasione del Motor Valley Fest, l’ufficio studi Lapam Confartigianato ha voluto dare una chiave di lettura differente per quanto riguarda le imprese del settore automotive, analizzando quante sono le figure femminili presenti nel comparto e che ricoprono ruoli spesso considerati prevalentemente “maschili”.
Occupano quasi il 7 per cento (ma il dato è in crescita)
MODENA - Nella provincia di Modena, le realtà del comparto automotive sono complessivamente 1.897: di queste, 131 imprese sono a guida femminile, pari al 6,9% del settore. L’incidenza è inferiore alla media dell’imprenditoria femminile, che in provincia di Modena si attesta al 21,8%, pari a un'impresa femminile ogni 5, a riconferma che non è un settore propriamente a vocazione rosa. Tuttavia, il dato è in crescita: al quarto trimestre 2014 erano 101, mentre 9 anni più tardi sono il 29,7% in più.
Professioni difficili da reperire
I dati raccolti con il dettaglio per professioni mostrano che nel 2023 le imprese emiliano-romagnole ricercano 2.010 ingegneri meccanici, 2.550 tecnici meccanici, 4.240 meccanici artigianali, riparatori e manutentori di automobili e 570 meccanici collaudatori. Per queste ultime professioni, sono previste dalle imprese della regione 9.370 entrate, difficili da reperire in due casi su tre. Si tratta di mestieri ancora a prevalenza maschili. Tra gli ingegneri meccanici le donne possono potenzialmente concorrere a coprire il 74,6% delle posizioni vacanti. Fra i tecnici meccanici la quota di entrate accessibili anche alle donne si attesta al 39,6%, mentre è il 33,3% tra i meccanici collaudatori e il 12,3% tra i meccanici artigianali, riparatori e manutentori di automobili.
Le donne potrebbero coprire questo gap
«Spesso la ricerca di nuove entrate viene rivolta al genere maschile perché è più difficile trovare donne interessate a fare parte di questo mondo ancora oggi – spiegano dall’associazione –. L'ampliamento della platea di professionisti alle figure femminili, tuttavia, potrebbe offrire una soluzione per affrontare le sfide legate alla carenza di competenze nel mercato del lavoro. Introdurre una maggiore diversità di genere nei ruoli professionali non solo favorisce una maggiore equità e inclusione, ma può anche portare a un ampliamento dei talenti disponibili. La diffusione di ibrido, elettrico e più in generale il crescente utilizzo delle tecnologie di avanguardia nella filiera auto profila una domanda di lavoro sempre più caratterizzata da una maggiore diffusione di e-skills. Come associazione ci impegniamo a incentivare e promuovere una visione diversa, affinché si possano garantire pari opportunità e per contribuire a un abbattimento di stereotipi ormai desueti e arcaici».