"Basta penalizzazioni europee sulla ceramica": la lettera di 34 europarlamentari
Gli europarlamentari hanno inviato una lettera al Vice Presidente della Commissione Europea per chiedere di far rientrare le ceramiche fra le industrie green
34 europarlamentari, appartenenti a diversi gruppi politici, hanno inviato una lettera per chiedere che la ceramica sia inclusa nella lista dei settori che beneficiano della compensazione dei costi indiretti ETS.
L’industria ceramica penalizzata dalle leggi europee sulla decarbonizzazione
MODENA – Come è risaputo l’Europa concorre per circa il 9,6% di emissione dei gas serra, l’Italia contribuisce con poco più dello 0,98%. Fra le industrie che sono ritenute responsabili di grandi emissioni in atmosfera figurano purtroppo le ceramiche.
Una lettera per fare rientrare le ceramiche fra le industrie green
Forse perché si pensa alle ceramiche di un tempo o a quelle dislocate dove la depurazione e il recupero energetico non è contemplato. Resta il fatto che 34 europarlamentari hanno sottoscritto una lettera di proposte scritta dalla deputata Elisabetta Gualmini.
Con la firma di 34 Europarlamentari
L’onorevole europea ha scritto al Commissario Margarethe Vestager per chiedere l’inclusione della ceramica nella lista dei settori che compensano i costi indiretti ETS.
L’on. Elisabetta Gualmini, Presidente dello European Parliament Ceramics Forum (EPCF), ha inviato nei giorni scorsi una lettera a Margarethe Vestager, Vice Presidente Esecutiva della Commissione Europea e Commissario alla Concorrenza, per chiedere che la ceramica sia inclusa nella lista dei settori che beneficiano della compensazione dei costi indiretti ETS.
La lettera è stata co-firmata da 34 europarlamentari rappresentanti di 7 Stati membri (Italia, Spagna, Francia, Grecia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca) ed appartenenti a diversi gruppi politici.
A rischio 200.000 posti di lavoro diretti e centinaia di migliaia indiretti
In Europa la ceramica garantisce oltre 200.000 posti di lavoro, senza contare l’indotto di altre centinaia di migliaia di persone che riforniscono di materie prime queste industrie e che poi vendono i prodotti finiti.
L’industria ceramica, già esempio di sostenibilità a livello europeo, sta infatti soffrendo il forte aumento dei prezzi dell'elettricità. La crisi energetica sta non solo mettendo a rischio la competitività dell'industria ceramica rispetto ai produttori extra-UE, ma rischia anche di fermare il progresso del settore nel più ampio percorso di decarbonizzazione, già intrapreso da anni.
Via i costi indiretti legati al sistema dello scambio di quote di emissione
I costi indiretti legati al sistema di scambio di quote di emissione UE ETS, cioè i costi ambientali che vengono passati dalle aziende produttrici di energia elettrica alle imprese manifatturiere, pesano fortemente sul settore. Questi contribuiscono infatti a erodere la capacità di investimento delle imprese, minare la loro competitività internazionale, mettere a rischio l'occupazione diretta ed indiretta e minacciare l'autonomia europea nella fornitura di materiali da costruzione.
Un settore che deve godere della compensazione dei costi indiretti
Vista la realtà economica non sembra congruo e giusto che il settore ceramico nell’attuale versione delle linee guida della Commissione Europea non sia incluso tra i settori ammessi alla compensazione dei costi indiretti; in altre parole, non può accedere ai recuperi economici che gli permetterebbero di procedere con la parziale elettrificazione dei propri processi produttivi e quindi alla transizione green auspicata dalla stessa Commissione Europea.
Modificare le attuali linee guida europee
Gli Europarlamentari firmatari chiedono quindi che, alla luce dei radicali mutamenti intervenuti sui mercati energetici, vengano modificate al più presto le Linee Guida (basate su dati non più rappresentativi) in modo che anche le imprese ceramiche possano ricevere le parziali compensazioni dei costi indiretti dell'ETS sostenuti e non siano spinte alla rifocalizzazione delle produzioni.
‘La Commissione – ha dichiarato Elisabetta Gualmini - non deve penalizzare chi investe in tecnologie per la decarbonizzazione, l’efficientamento energetico e l’utilizzo di energie rinnovabili, considerate cruciali per affrontare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di gas serra. Bisogna garantire che la transizione ecologica avvenga in modo equilibrato ed equo per tutti i settori: le istituzioni devono lavorare insieme alle piccole e medie imprese, in particolare alle più innovative, senza creare competizione sleale o distorcere il mercato. Solo così sarà possibile arrivare a un’economia a zero emissioni entro il 2050.”
Niro Lupaio