La giovane indiana che rifiutò le nozze forzate e denunciò i parenti: a settembre il processo

Lieto fine per la 19enne indiana che, come Saman Abbas, si è ribellata alle imposizioni della sua famiglia, denunciando i parenti che la tenevano segregata in casa e volevano costringerla a sposarsi.

La giovane indiana che rifiutò le nozze forzate e denunciò i parenti

MODENA - Il Gip Andrea Scarpa, ha acconsentito alla richiesta della Procura e ha deciso di avviare un processo immediato per i quattro familiari della giovane indiana di 19 anni prima accolta dalla preside della sua scuola e successivamente messa in protezione dalla Questura di Bologna.

I familiari sono accusati di maltrattamenti in famiglia a causa della loro disapprovazione della sua relazione con il ragazzo di cui era innamorata. L'hanno tenuta segregata, minacciandola di morte, sia lei che il suo ragazzo.

Si attende il processo

La prima udienza del processo è stata fissata per il 26 settembre 2023 presso il tribunale di Modena. In seguito, i genitori, la zia e la nonna sono stati sottoposti alla misura cautelare del divieto di avvicinamento.

"Abbiamo salvato un'altra Saman", ha dichiarato l'avvocata Barbara Iannuccelli, facendo riferimento alla storia di un'altra giovane pakistana di 18 anni uccisa dai familiari poiché ha rifiutato un matrimonio combinato con un parente.

Nel caso della ragazza indiana di 19 anni, invece, è stato possibile sposarsi con il suo fidanzato, un connazionale più grande di lei, nei mesi scorsi.

Le accuse

I familiari sono accusati dalla pm Francesca Graziano di aver picchiato la giovane, di averla tenuta prigioniera in casa per due giorni senza cibo e di averla minacciata di riportarla in India al termine della scuola, contro la sua volontà.

Gli imputati sono difesi dall'avvocato Rosario Boccia.