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Sacerdoti accusati di aver buttato soldi al casinò: parla l'avvocato

I due religiosi erano stati improvvisamente sospesi dal loro incarico nella parrocchia di San Benedetto Abate lo scorso settembre

Sacerdoti accusati di aver buttato soldi al casinò: parla l'avvocato
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E' finalmente emersa la motivazione per cui due sacerdoti della Parrocchia di San Benedetto Abate, don Giovanni Braglia e don Dariusz Mikoda, sono stati sospesi dal loro incarico lo scorso settembre.

Sacerdoti accusati di aver buttato soldi al casinò

MODENA - Secondo "voci di corridoio", sembra che i due sacerdoti abbiamo speso ingenti somme di denaro della cassa della parrocchia al casinò e che abbiano investito oltre 80mila euro nella fibra ottica. I riflettori quindi sono tutti puntati sulla gestione economica e amministrativa della parrocchia. Il gruppo di fedeli che la frequenta sembra comunque diviso: c'è chi continua a sostenerli e a difenderli e chi, invece, sta dalla parte delle accuse.

Le dichiarazioni dell'avvocato

A spiegare la situazione è stato proprio l'avvocato dei due sacerdoti Roberto Perghem: "Di certo non corrisponde al vero la voce fatta girare da una ristretta minoranza di fedeli, secondo i quali i due sacerdoti avrebbero fatto fallire la parrocchia. Qualcuno li avrebbe addirittura accusati di aver perso al casinò ingenti somme di denaro. È vero, al contrario, che i due sacerdoti, all’epoca della pandemia dovuta al Covid, nonostante la mancanza di tante rette dell’asilo, l’assenza di contatti giornalieri, hanno fatto si che nel 2021 il disavanzo dell’ente sia stato irrisorio. Ciò la dice lunga sull’atteggiamento e sulle dichiarazioni della curia in proposito, quando afferma che sono stati spesi circa 80 mila euro per la fibra ottica. La verità è che non tutti sanno che per continuare ad avere la copertura assicurativa ed a mettere a norma la Chiesa, condizione essenziale è che doveva essere sistemato l’intero impianto elettrico".

Accordi e preventivi

L'avvocato ha raccontato poi della presenza di un preventivo di 80mila euro e di fatture meno di 50mila euro, compresa quella della fibra ottica: " Il punto è che vi è stato un chiaro "dietrofront" della Curia riguardo l’accordo quasi raggiunto a giugno scorso. Non sono a noi noti i motivi per i quali la curia abbia fatto saltare l’accordo e i sacerdoti, al momento, preferiscono non rilasciare nessuna dichiarazione".

La sospensione dalla scuola

Non ha poi trascurato mettere in evidenza il servizio e le opere che i suoi assistiti hanno svolto per la parrocchia e ha anche posto l'accento sulla loro presenza nelle scuole: "l’impegno dei sacerdoti nella gestione della scuola materna annessa alla parrocchia; una scuola che ospita circa 150 bambini e 20 educatrici scolastiche con la collaborazione di don Dario. Eppure è intervenuto un rappresentante che ha ordinato al sacerdote di non entrare più in asilo per insegnare religione, adducendo come motivo il fatto che don Dario non avesse i titoli per poterlo fare, titoli che, al contrario, erano stati regolarmente presentati". Inoltre, "la curia ha lasciato i due sacerdoti senza pasti, come fossero i peggiori criminali".

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