Omicidio Alice Neri: richiesta la scarcerazione dell'indagato Mohamed, mancano le prove
L'avvocato Roberto Ghini ha sottolineato la mancanza di un movente ma soprattutto di elementi chiari nelle indagini
La decisione verrà comunicata nei prossimi giorni all'avvocato dell'indagato che spera venga liberato dopo diversi giorni di carcere, la prossima udienza è fissata per il 15 febbraio.
Richiesta la scarcerazione per il 29enne
La procura di Modena evidenzia fin dall'inizio delle indagini come gli elementi che incastrano il 29enne di origini tunisine Mohamed Gaaloul siano parecchi ma il suo legale Roberto Ghini ha chiesto un riesame e i giudici del tribunale di Bologna stanno effettivamente valutando la richiesta di scarcerazione per l'imputato detenuto nel carcere di Sant'Anna.
L'uomo è indagato per l'omicidio che da mesi sta scuotendo l'Italia, quello della 32enne Alice Neri trovata morta carbonizzata all'interno della sua automobile. La tragedia si è verificata il 18 novembre scorso nella Bassa modenese a Fossa di Concordia e da allora le indagini non si sono fermate un attimo.
L'avvocato Ghini ha sottolineato la mancanza di un movente ma soprattutto di elementi chiari nelle indagini che riconducano a Mohamed Gaaloul come omicida. Il tunisino ammette di aver accettato quella sera un passaggio da Alice ma di essere sceso dalla macchina una volta raggiunta l'abitazione del cugino da cui dice di aver dormito.
Prossima udienza il 15 febbraio
Qualche giorno fa, sono arrivati i risultati degli esami tossicologici effettuati su ciò che resta del cadavere di Alice. Nel suo corpo sono state trovate tracce di cocaina e alcol. Ad aumentare i sospetti verso l'accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere è il fatto che l'uomo si occupasse proprio di spaccio ma in particolare hashish e marijuana e non cocaina.
Nel frattempo, le indagini continuano per tutti e tre gli indagati. Oltre a Gaaloul anche il marito di Alice Nicholas Negrini e il collega di lavoro che trascorse con la vittima l’ultima notte allo Smart Cafè. Durante l’udienza fissata per il prossimo 15 febbraio verranno ascoltate anche le testimonianze di quattro tunisini, gli stessi che avevano affermato di aver visto il 29enne rincasare con gli abiti sporchi di olio.