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Uccise la compagna e sua figlia a colpi di pistola: ad ottobre andrà a processo

Respinta la richiesta di rito abbreviato. Anche le istituzioni si sono costituite parti civili

Uccise la compagna e sua figlia a colpi di pistola: ad ottobre andrà a processo
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Niente rito abbreviato per l'imprenditore emiliano che lo scorso anno uccise a colpi di pistola - come da lui confessato - prima la compagna e poi sua figlia. L'uomo andrà a processo il 26 ottobre 2023.

Uccise la compagna e la figlia a colpi di pistola

CALSTEFRANCO EMILIA - Andrà a processo il 26 ottobre Salvatore Montefusco, imprenditore edile in pensione di 71 anni che il 13 giugno dello scorso anno, il giorno prima che si tenesse l'udienza per la separazione, uccise la moglie di origini rumene Gabriela Trandafir, 47enne, e la figlia della donna, la 22enne Renata, nella loro abitazione.

Tante le parti civili

Respinta la richiesta di rito abbreviato, il giudice per l'udienza preliminare Barbara Malvasi ha anche ammesso diverse parti civili al processo: il Comune di Castelfranco, la Provincia di Modena, l'associazione Casa delle donne contro la violenza, il figlio minore della coppia, due fratelli, una sorella e la madre della 47enne uccisa.

Rinviato a giudizio

Secondo i legali della famiglia Trandafir, Gabriela tra denunce ed integrazioni si sarebbe rivolta alla giustizia undici volte per segnalare i maltrattamenti subiti.

Proprio lo scorso aprile l'uomo è stato rinviato a giudizio con l'ipotesi di reato di maltrattamenti che la donna aveva presentato contro di lui.

La Provincia di Modena parte civile

La Provincia di Modena ha votato lo scorso 20 luglio in Consiglio provinciale, un ordine del giorno per la costituzione di parte civile e lo scorso 23 novembre aveva partecipato al tavolo dell’Osservatorio modenese sulla violenza contro le donne, nel corso del quale Maurizia Rebecchi, consigliera provinciale delegata al tavolo prefettizio contro la violenza di genere, sottolineava che

«anche alla luce dei tragici eventi degli ultimi mesi che hanno riguardato purtroppo donne delle nostre comunità, l’esperienza del Protocollo d’intesa prefettizio per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto della violenza nei confronti delle donne, evidenzia quanto sia fondamentale continuare a raccogliere e monitorare i dati della violenza di genere considerata nelle sue diverse accezioni: fisica, psicologica, economica e sessuale. Solo tenendo alta l’attenzione e non minimizzando il problema, possiamo sperare che quei numeri, oggi ancora troppo alti, scendano vertiginosamente fino a scomparire per sempre».

Le motivazioni

Tra le motivazioni che hanno portato la Provincia di Modena alla richiesta di costituzione di parte civile si legge che

«La violenza sulle donne intesa come abuso, sopraffazione, limitazione delle libertà personali, disparità di trattamento e sottrazione di opportunità, violazione di diritti, rappresenta una violazione dei diritti fondamentali della persona, ed anche un fenomeno che coinvolge l’intera struttura della società ovvero la vita sociale in tutte le sue articolazioni. Il danno causato dalla violenza di genere comporta anche la lesione del diritto-dovere pubblico spettante alle Istituzioni di garantire l’integrità psicofisica dei propri cittadini e di eliminare ogni ostacolo di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impedisca il pieno sviluppo della persona umana».

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