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Alice Neri, nuovi esami sui resti della donna e il mistero sul cellulare di Gaaloul

Sembra che il dispositivo sequestrato all'estero non sia uguale a quello usato dal tunisino nel periodo corrispondente alla morte di Alice

Alice Neri, nuovi esami sui resti della donna e il mistero sul cellulare di Gaaloul
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Anche se sembravano dirigersi verso la chiusura, proseguono le indagini sull'omicidio di Alice Neri, la mamma di Ravarino uccisa e poi data alle fiamme insieme alla sua auto a Fossa di Concordia nella notte tra il 17 e il 18 novembre. Sono infatti emerse novità a proposito del cellulare di Mohamed Gaaloul, il principale indiziato, e si stanno svolgendo nuovi esami sui resti del corpo della donna.

Alice Neri, nuovi esami sui resti della donna

MODENA - Saranno effettuate in questi giorni delle importanti analisi sui resti di Alice Neri. Le indagini si baseranno sull'utilizzo di strumenti di ultima generazione come il microscopio a scansione nucleare e la microtac, per ottenere risultati accurati.

ALICE NERI

Il consulente Cristiano Barbieri, nominato dall'avvocato Ghini, che rappresenta il principale sospettato Mohamed Gaaloul, spiega che sono state stabilite delle date per lo svolgimento degli esami. Tuttavia, Barbieri sottolinea che è prematuro trarre conclusioni prima di conoscere gli esiti delle analisi.

Il mistero sul cellulare di Gaaloul

Il cellulare di Gaaloul, il tunisino di 29 anni principale indizio per l'omicidio della donna, sequestrato in Germania e sottoposto a perizia, sembrerebbe non essere lo stesso che l'uomo avrebbe utilizzato nel periodo corrispondente alla morte di Alice.

Gaaloul ha lasciato la sua cittadina di Vallalta di Concordia poco dopo il terribile fatto per recarsi in Germania e in Svizzera, secondo quanto affermato dal suo legale, l'avvocato Roberto Ghini, a causa di impegni lavorativi. Tuttavia, la Procura considera questi spostamenti come una vera e propria fuga.

Si dichiarava innocente, ma è fuggito all'estero

Durante un'intervista rilasciata a un giornale locale, Gaaloul si era dichiarato pronto a consegnarsi alle forze dell'ordine italiane, affermando la sua innocenza. Tuttavia, si sarebbe sottratto a due tentativi di cattura, eludendo le autorità. Successivamente, è stato individuato e arrestato in Francia, finendo nel carcere di Sant'Anna a Modena.

Una delle domande cruciali da capire ora riguarda il cellulare sequestrato. È stato in possesso di Gaaloul nel periodo in cui Alice è stata brutalmente assassinata, oppure gli è stato dato successivamente, magari all'estero?

"Il quadro indiziario a carico del signor Gaaloul è sempre più chiaro – afferma il legale della famiglia della vittima, Cosimo Zaccaria - così come chiara è l’efferatezza, l’inaudita violenza a danno di Alice. Resta solo da capire dove il signor Galoul - in silenzio dal giorno del suo arresto - abbia occultato il telefono. E’ facile intuire perché non abbia lasciato tracce della sua sim. Assisto una vittima che non può più parlare e difendersi. Una vittima che vuole rispetto e giustizia".

Cosa dice la difesa

Sulla probabile chiusura della indagini l'avvocato di Gaaloul ha così replicato:

"Mi chiedo come potrebbe farlo il pm prima di avere una risposta da parte del medico legale incaricato sulla possibile origine del decesso di Alice Neri. Per quanto riguarda il cellulare del mio assistito, nessuno ha mai contestato che il telefonino (vecchio e rovinato) trovato fosse il medesimo utilizzato in Italia. E io sono certo di questo.

Ma se emergesse un cambio di telefonino c’è davvero da chiedersi come siano state svolte le indagini, con quali competenze e con quanta attenzione. Un telefonino è dotato di un codice univoco che si chiama Imei: il telefonino sequestrato al mio assistito ha un certo numero Imei, noto a tutti già da gennaio; il telefonino utilizzato da Gaaloul al momento dei fatti ha un certo numero Imei che si trova nei tabulati che la procura ha in mano da tempo e che non mi ha mai consegnato nonostante ripetute richieste. Se si scoprisse che sono serviti nove mesi per confrontare due numeri Imei (uno dei quali noto solo alla procura!) c’è da chiedersi quanti altri macroscopici errori siano stati fatti".

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